domenica, gennaio 31

Nel ventre del cielo

Sul ventre piatto della terra
dove la polvere posata
è incisa dai miei piedi,
contemplo la sfera celeste.

E' ora una convessità lontana;
quando la vedo, specchiata
immagine della trra
e nei miei occhi fan luce
le luci intessute.

Ora è una concavità accogliente
e il mio corpo polvere
di milioni di stelle.

martedì, gennaio 26

che fine ha fatto Cappuccetto Rosso?

E' risaputo. Ogni volta che dobbiamo affrontare una prova c'è almeno una persona che ci incoraggia mandandoci "in bocca al lupo".
Di qualche giorno fa una delle mie riflessioni...percepita, come direbbe Madama Dorè, guardando i pensieri che s'avvicendavano sulla soglia di una piccola prova. Al di là della, poi cercata, origine scaramantica, mi s'è rifatto strada nella mente il confronto tra le parole e la sostanza che "creano". Infatti pensavo alla solita storia di Cappuccetto Rosso e alla mia vaga identificazione con lei, negli ultimi tempi. Ebbene, l'"in bocca al lupo", nel mio viaggio mentale, è diventato il solito balordo momento d'attesa che giunga qualcuno a tirarci fuori dai guai.
Dunque mi sono messa, col vecchio sorriso spaccone che avevo da ragazza (la ragazza che immagino d'essere, è un gioco nel tempo), dall'altra parte.

E mentre questa di qua s'arrabbattava a cercare qualcuno che le dicesse cosa fare, quella di là dello specchio ha tirato fuori dal cilindro un lungo fucile a salve di quelli che immagini non servano nemmeno per spaventare, tanto nel pensiero sembrava di materiale onirico più che di ferro e legno, come si pensa debba essere un fucile.
Ma tant'è, il pensiero può molte cose, e il fucile è diventato la canna tonante del mio cuore, che ha agito tremando di paura quindi, questa volta, con infinito coraggio. Ed ha sparato le sue carte, soldato baro, creandosi il momento per irretire il lupo.
Non lo stesso che ho mangiato, un altro. Forse, non era nemmeno un lupo, ma un'altra fiera.
E dato che la selva mi pare ancora folta, questa volta mi segno nel cuore allo specchio un nuovo augurio, che sa di polvere e vittoria, di spavalderia e fortezza, di ingegno e fortuna:
buona caccia!

martedì, gennaio 19

Passi


Poco dopo l'alba.
Cammino vestita di nero e grigio, come le penne d'ala di certi gabbiani, sprofondata nel crocchiare dell'erba incartata nella brina; la stessa, ma meno fitta, mi splende tra i capelli.  Cammino sentendomi l'ala del gabbiano, la stessa gentile determinatezza ad innlzarmi, ma senza rumore, senza strepiti, senza aprire il becco perchè non sono alla ricerca di cibo, ma solo in volo.
E scegliendo la rotta, uscendo dall'ombra verde argento che si forma a quest'ora tra i pini, l'ho visto venirmi incontro ad ali aperte.

Cosa ci fa qui un gabbiano, che non c'è un filo d'acqua se non quella gelata per terra, il sentiero d'argento tra me e la terra?
Cosa ci fa un gabbiano, rosa di sole che si scalda, lungo l'argine erboso del mio risveglio?

Me lo sono chiesta, se fosse vero o solo immaginato. Immaginata anch'io in quel corpo che solcava silente il cielo a pochi metri dal suolo. E' cielo anche quello. Ma lo puoi toccare.

Ha virato, ha liberato il mio sguardo sull'infinito degli altri metri che stavano dietro di lui., seguito da un altro; un gabbiano con il corpo d'oro fiammeggiante.
D'oro come il raggio che specchiava sulla superficie bianca della mia pelle, o delle sue piume. D'oro come l'aria che s'infila solida nelle mie narici e sostiene il suo volo. E il mio movimento.

D'oro, lo giuro, come il filo che scorre dal mio petto, e scavlca le donne che sono stata e quella che sono, e senza nessuna difficoltà, teso fra qui e il sole, mi conduce fino al cielo.

Non credo d'essere mai stata così sveglia.




lunedì, gennaio 18

l'amore, in qualche cosa




Alcune cose, a volte, ci colpiscono con la violenza di un caprone in corsa, (il link è per chi ha un po' di pazienza...) che carica a testa bassa.

Degli eventi, o dei mancati eventi. Delle persone che credevamo vicine se ne vanno, altre non si fanno proprio vedere. Avevo creduto, per un poco, che il ritorno di fiamma di un mio ex potesse essere una cosa 'reale'. E me la sono tenuta dentro, per paura che a raccontarla a qualcuno, chiunque, la cosa perdesse energia e si sgonfiasse.
Invece la bolla non s'è sgonfiata, s'è rotta!
Si, perchè alla prima piccola richiesta d'appoggio quello se la è data a gambe, senza nemmeno la briga di una scusa plausibile. E comunque non ha importanza. Perchè non c'era, e non è giustificato. Qui non importa spiegare i fatti, importa che io mi renda conto che, in ogni modo, è il mio comportamento che ha fatto accadere le cose così; che ha portato le cose a ripetersi negli anni, come un deja-vu, di cui però t'accorgi solo quando è passato.
Una piccola cosa diversa, mossa dal cambiamento sentito dentro il triangolo volto in basso che è il mio utero, la mia acqua di vita che germina per ora solo idee,  c'è stata.
Come dicevo, le cose cambiano.

E questa volta nessuna preziosa gentilezza.
Ricordo che anni fa non mollavo un tipo con cui soffrivo da morire perchè era 'fuori per lavoro', era Natale, era il suo compleanno... Stavolta l'unica cosa che m'è sembrata importante è che anche io ho bisogno di essere felice; e una situazione che non puoi cambiare, per cui s'è fatto tutto il possibile, che non si modifica minimamente e che ci fa stare male è semplicemente stupido portarla avanti.
E io sono molte cose, ma non sono stupida. Mi ci comporto, a volte. Per paura, per bisogno di affetto, per il desiderio che le cose siano come le dipingo,  posso fingere. Ma fino ad un certo punto;  ogni racconto ha una fine. A volte i personaggi durano tutto il libro, a  volte un capitolo solo. Questo doveva essere più d'uno, ma il punto, ad ogni buon conto, è arrivato.

E' arrivato guardando la ragazza negli occhi del guerriero.
La ragazza è quella libera, con il cuore bambino. Non l'altra, quella che ha sofferto, che ha scitto cose come questa:



La promessa di restarti accanto,
quando inciampato sei, più volte,
e senz’affanno, rialzato hai il capo,
e raccolta la tua gloria,
é una parola di facile emissione,
un sospirar, un raspo di polmone.
E poi un bisogno ti sorprende;
o forse troppi son gli sputi,
o, solo stanco, cadi e resti in terra
arido, stordito ed anelante
la mano tesa che t’avevan porto.
Ma già i solleciti altrove,
riponendoti nel fondo alla memoria,
han diretto le parole e t’han lasciato
giullare, a far suonar quelle catene
rugginose, che sbricioli in un fiato.
Si giuravano fratelli e tuoi compagni,
ma la sera che è giunta può vedere
solo l’ombra tua, stolida, che cerca
nello specchio l’amico che ha lasciato.


Oggi l'ombra è solida, a differenza di allora.  E se ritrova l'amico nello specchio, ha anche gli occhi  per sentire attorno tutto l'amore che c'è.
Oggi è questo, e va bene così.

E' amore, mio padre che s'arrabbia, pensando ad un certo Presidente che lasciò morire sua moglie di parto per salvare la figlia.
E' amore, mia madre che si preoccupa comunque di cucinare le cose che amiamo.
E' amore,, mio fratello che mi portava i cornetti per la mattina, dopo esser uscito con gli amici.
E' amore, mia nonna che ride sulla terrazza Mascagni, come se avermi lì fosse la cosa più bella del mondo.

E' amore, il mio amico E.C. che mi dice che sono bella e che ci proverebbe se non fosse fidanzato (lo so che non lo farebbe mai!).
E' amore, il tirocinante (cui ho già fatto il giudizio) che mi chiama sabato per sapere come sto.
......



                                   E' amore  tante piccole cose, a volte prima di quelle grandi.




venerdì, gennaio 15

il guerriero che vide una ragazza



Qualcosa cambierà. Si, perchè bene o male, anche se un intervento di chirurgia rimuove un problema, ma non cura necessariamente la causa per cui questo si presenta, se si mantiene la coscienza vigile qualcosa, di sicuro, cambia.
Oggi il mio animo s'è alzato guerriero; s'è alzato guerriero che ritorna a casa; e a casa è tornato ferito, ma in modo catartico.
Con davanti un infinito tempo per comprendere quello che è successo, per metabolizzare che, io cacciatore, angelo, soldato, con gli alleati che ho cercato una prima battaglia l'ho già vinta.
Il polipo aggrappato al mio utero se ne era andato, lasciando alla mano sorpresa del chirurgo di guerra incaricato di strappare, solo uno spazio da pulire; qualcos'altro da fare, in più.  Una aderenza, un frammento, un'indagine.
Lila s'è alzata stordita e sorridente, come ogni volta che lascia il letto d'ospedale.
Ha guardato lo specchio in cui fino a ieri cercavo gli occhi grandi, con le pupille dilatate, e ha riconosciuto un po' della sua zia adottata; la stessa passione per mangiarsi il lupo. La sua passione per la battaglia senza armatura.
Ma soprattutto ha trovato nello specchio, invecchiata ma non meno forte, la ragazza che stava cercando.

giovedì, gennaio 14

il lutto portato sul cuore (Haiti)


http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_viaggi/2009/03/27/1238169917675_donneditahiti1891.musedorsayparigi..jpg
             (immagine tratta da  http://viaggi.repubblica.it/multimedia/le-donne-di-gauguin/5322637/1/3)


Adesso i giornalisti correranno, appena i voli aerei saranno possibili o gli elicotteri solcheranno gli spazi tra un'isola e l'altra, a tentare di immortalere il dolore e la sofferenza.
Scatteranno le foto di occhi immensi, con le pupille dilatate fino all'inverosimile nella luce del sole caraibico; occhi che vedo quando un paziente ha paura di morire. Quando ha "un male brutto". Quando subisce un lutto che lo lascia con una sola irrisposta domanda:
e adesso?

Uno, o forse mille pensieri di solidarietà, di com-passione, di amore ed anche, se volete o potete, di aiuto fisico od economico possano giungere a sostegno di questo popolo.
Con l'augurio che lo sciacallaggio emotivo sensibilizzi all'aiuto chi puòdarlo in modo consistente.

Magari i nostri governi, che hanno speso milioni per un vaccino inutile, per rifornire le case farmaceutiche dei soldi persi con l'esaurirsi del "copyright" su certi farmaci. Magari qualcuno di questi giganti; si metterà la mano nel portafoglio e si farà migliore pubblicità di quella che fa il sospetto della subdola manovra attuata in caso della 'suina'.

...

Un drappo nero sventolato è una bandiera di pirati. Questo dolore è portato sul cuore.
Non credo che ci sia altro da dire.

(un link ad Aria, a scopo di percorrere questo laccio nero, fortificando un pensiero con l'altro)

sabato, gennaio 9

Tre per Uno... o forse nessuno


Una riflessione sciocca (sciapa) mi s'è ingarbugliata nella mente un paio di giorni fa, sul passaggio d'anno per cui, sorridendo, ci diciamo "ci vediamo l'anno prossimo", ed aggiungiamo un anno di più mentre sostituiamo il calendario a muro.  Le ore d'attesa talvolta possono essere fonte d'ispirazione, e così il cursore s'è spostato sull'idea d'attribuirmi una età. Già, perchè fra le cose che si dicono è che ciascuno ha quella che si sente... e più o meno seriamente me lo sono chiesta, a metà strada dell'età segnata come il "mezzo di cammin di nostra vita".
Così ho corso con le sensazioni lungo il corpo accidentato; le sue forme ottocentesche un po' assottigliate dal lungo lavoro fisico, alleggerite per non gravare qualche osso che non è più lo stesso. Le cicatrici di questa allegra battaglia che è la vita sparse in senso lungitudinale sull'addome, nelle ossa stesse, ad inanellare un dito. I regali del tempo ad incorniciare la bocca, ad irradiarsi dagli occhi come il sorriso che alla fine trovo sempre in fondo allo specchio... no, non mi pare d'avere la mia età. Non quella segnata sulle mappe anagrafiche che lascio in giro nei cassetti, sperando che si dimentichino del passare del tempo. Questo corpo è un po' più vecchio di sé!  Significa che, comunque vada, mi parrà d'aver vissuto più a lungo; come quando si ha una giornata intensa e piacevole, che pare d'essere stati nelle cose per il doppio delle ore!
La bilancia pende in favore della vecchiezza.

Per l'anima mi piace credere che sia la scia d'altre mille, e quindi molto più vecchia del computo civile. E se non ricordo tutto, alle volte sorprendo delle memorie ancestrali compiersi, magari in una ricetta di cucina apparentemente inventata, che scopro originaria della terra avita. Mi piace credere che sia l'intersecarsi di migliaia di anni, che rende meno dissimile te da me; che rende le profondità che oggi si scrutano, che oggi ho scovato io, e domani toccherà a te mostrarmi, non più appartenente a qualcuno, ma condivise... E' un'anima sola, è mia, ma anche altrui. Ma, come abbiamo detto, alla fine quando sei così vecchio, così grande, così profondo... sei anche il contrario.
Palla al centro.

E qui, vediamo come va a finire...
Perchè il mio cuore non ha gli anni che dimostro. E' un cucciolo di cuore, un bambino curioso; quando s'innamora, ama per la prima volta. Quando sorride o gli piace qualcosa, è sempre con l'intensità della prima volta. Così anche quando è arrabbiato, ferito o deluso; sente tutto il dolore del mondo, perchè anche quello,  come il resto, accade per la prima volta. Pensa che sia la sua la sofferenza più grande, come lo è stato l'amore, come lo è stato il ridere di un attimo fa.
Ecco, alla fin fine mi sembra che finisca in parità. L'età è la metà ma non la meta del cammino, e se le cose  banalmente sono quelle che sembrano,  l'uomo, come l'universo, non ha  un punteggio giusto e nemmeno un senso di marcia. Sono entrambi, specchi uno dell'altro, una rete di collegamenti che ha alla base la tensegrità (#) che permette al sistema di restare in equilibrio. In qualche modo. Ancora per oggi.


Il mio corpo è in accordo con la mia mente, la mia mente con le mie energie, le mie enrgie con il mio spirito,
il mio spirito con il Nulla. 
Ogni volta che la minima cosa esisente o il più flebile suono mi raggiunge, sia esso lontano dietro l'ottavo confine, o a portata di mano tra le mie sopracciclia e le mie ciglia, io sono costretto a conoscerlo.
tuttavia non so se l'abbia percepito con i sette orifizi del mio cuore e le quattro membra, o l'abbia saputo col cuore e l'addome e gli organi interni...
(Libro di Lieh-Tzu)


(#) "Strutture tensegritive ottengono forma e forza dalla contrapposizione di elementi che resistono alla compressione e altri che sono sotto tensione, creando in tal modo un sistema in pre-stress"(http://www.anatomytrains.it/?page_id=245).

mercoledì, gennaio 6

Dippold l'ottico

Che cosa vedete, adesso? Oggi è la festa della manifestazione della divinità. A seguire la rinascita del sole invicto, della nostra speranza di luce e di rinnovamento, il seme piantato ben nutrito non potrà che germogliare.
Quindi vi do un allegro auguri anche per oggi, e un benvenuto di cuore ai nuovi lettori:
E siccome sono un po' stanca per il lavoro notturno, era il capodanno di noi Befane, stanotte, l'augurio lo scrivo conla mia poesia preferita de L'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (traduzione a cura di Fernanda Pivano):


DIPPOLD L'OTTICO (Un ottico)

- Che cosa vedi adesso?
Globi rossi, gialli, viola.
Un momento! E adesso?
Mio padre, mia madre e le mie sorelle.
Sì! E adesso?
Cavalieri in armi, belle donne, volti gentili.
Prova queste.
Un campo di grano - una città.
Molto bene! E adesso?
Molte donne con occhi chiari e labbra aperte.
Prova queste.
Solo una coppa su un tavolo.
Oh, capisco! Prova queste lenti!
Solo uno spazio aperto - non vedo niente in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo estivo.
Così va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggimene una pagina.
Non posso. I miei occhi sono trascinati oltre la pagina.
Prova queste.
Profondità d'aria.
Eccellente! E adesso?
Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo.
Molto bene, faremo gli occhiali così.-

DIPPOLD THE OPTICIAN
What do you see now?
Globes of red, yellow, purple.
Just a moment! And now?
My father and mother and sisters.
Yes! And now?
Knights at arms, beautiful women, kind faces.
Try this.
A field of grain - a city.
Very good! And now?
Many womens with bright eyes and open lips.
Try this.
Just a globet on a table.
Oh I see! Try this lens!
Just an open space - I see nothing in particular.
Well, now!
Pine trees, a lake, a summer sky.
That's better. And now?
A book.
Read a page for me.
I can't. My eyes are carried beyond the page.
Try this lens.
Depths of air.
Excellent! And now?
Light, just light, making everything below it a toy world.
Very well, we'll make the glasses accordingly.

martedì, gennaio 5

Ah, poter attutire
la pesante carezza,
senza calore,
del tempo!
Al suo tirannico incedere
Sovente mi trema
Il successivo passo.
Scivolo,
e l’anima si storpia
in questo disperato cadere…
o forse è il volo lento e imprevedibile
d’una foglia
ramazzata dal suolo.

Continuo a perdermi
in questo vivere.