Sono nata ancora, in una primavera appena accennata sulle rive dell'Adriatico, pallida per l'amore sbiadito, stregata dai voli e dall'atmosfera di confine di Trieste.
Sono nata morendo, in una ispezione accurata di emozioni che sono state sollecitate e cercate svuotandosi, come si estrae da una borsa ogni piccola cosa. La scuoti accuratamente, controlli che non ci sia qualcosa incastrato in una scucitura, e alla fine ti trovi con l'anima pulita e la sacca pericardica leggera e fluida, che contiene senza comprimerlo un cuore nuovo, che sembra batta un tempo di musica, invece che i rintocchi del tempo che passa.
In un corso per apprendere a morire, ad accompagnare alla morte, a restare da superstiti e con coloro che continuano a vivere, sono morta. Di fronte alla paura e al distacco da quella vecchia, tesa e severa me, non ho potuto sopravvivere. Sono nata.
E ora non ho più tempo per studiare correre e lavorare: gioco solo, con l'anima cinquenne e i sogni comunque. Con gli occhi in disparte e le mani smarrite in una estensione infinita che pare a volte di toccare il fondo dell'universo; sono arrivata al centro delle cose. Ho guardato oltre la luce, se vogliamo immaginare che, dopo tanto immergersi in diagnosi fatali, iperboli di separazioni, lutti per quello che eravamo o per chi abbiamo perso, sono diventata una ghost wisperer. Con meno presenza scenica di Jennifer Love Hewitt, lo ammetto, ma con una presa di coscienza che ha portato i sensi oltre il confine conosciuto.
Il tatto sconfina per interposizione dei tessuti; l'olfatto recepisce l'umore dell'anima, anche nascosto sotto due gocce di Chanel. Il gusto si raffina nell'apprezzamento della bellezza e la vista, allenata, diventa una lungimiranza senza lenti, predestinatami dall'ipermetropia.
L'udito cede alla percezione del non detto. E senza immaginarie voci, trascina oltre la sim-patia le vibrazioni emotive. Testa la possibilità empatica, che ti fa essere la parte stabile della coscienza altrui. Quella che sa porre la domanda, e tenerti fermo quando la risposta è pronta a travolgerti.
Ecco, sono nata così. E non le conto più le vite, che è meglio non sapere quante ne rimangono, perché tanto ciascuna è a se stante, e il conto non è caro, se muori dopo aver vissuto.
Sono nata, con un sesto senso che è la mano che sento posata sulla testa, la mia kippah di Uomo che si erge su se stesso, con una innocenza conquistata e tenuta stretta, perché, checché se ne dica, i cinque anni tornano. E quando ti tornano dentro, morti a se stessi, sembra ogni istante di vivere da sempre. Per sempre. E mai più.
6 commenti:
Grazie per questa testimonianza di rinascita...con la terrra che si fa bella e rigogliosa e promette frutti copiosi. Che ogni rinascita porti l'anima sempre più in alto, come dice M.Eckhart. Un abbraccio.
ha ragione @madamadorè: che bello partecipare alla tua nascita, a questo battesimo del tuo sesto senso, alla nuova vita che vivi, senza sapere quante ne restano, ai mai più e ai per sempre. P.S. una cosa è rimasta della tua vecchia te, la tua scrittura incredibilmente accattivante!
@ Madama Dorè
speriamo! speriamo che ogni volta si sveli un po' di più; che si arrivi un cerchio più vicino al centro. E a un cerchio più largo per abbracciare tutto.
@ Turista di Mestiere
allora è rimasta la parte migliore. La scrittura, infondo, come la parte che prosegue, che racconta, in mille, una sola storia!
un abbraccione
Buon inizio di settimana.
@ cavaliere oscuro del web
buon fine settimana, e grazie d'essere passato.
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