"Non sia d'altri, chi può essere di se stesso", diceva una volta un certo Paracelso.
Ed oggi queste parole mi emergono innanzi gli occhi, perché dovremmo vivere liberi, in libero stato con libera chiesa. Invece siamo occupati. Siamo occupati dal martellare dal capo di un piccolo stato annidiato nell'eterno cuore di una magnifica città, che ha già troppe volte detto la sua su argomenti che avrebbe dovuto lasciare all'intelligenza della gente; ma, quel che ci fa peggio, è che come è libero lui vorremmo esserlo noi, che invece ci scontriamo con coloro che impediscono la libera espressione del cittadino sbandierando la necessità di attenersi al rispetto della religione. La rispetto, questa religione cattolica; la appoggio, nella misura in cui bilancia eventuali ismi di altre religioni; ma sempre di più faccio mia la frase esplicativa con cui Odifreddi titola il suo libro "Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)".
Arrivo al punto.
Da un po' di tempo si parla delle scritte atee comparse sui bus inglesi "dio probabilmente non esiste, quindi rilassati e goditi la vita". Potrò apparire un po' di parte nel dichiarare la mia esultanza, di fronte a quello che per me era praticamente una battuta in classico british humor, e che, come tutte le battute, portava strisciante in sottofondo un messaggio; in questo caso positivo, a mio parere. Rilassati e goditi la vita infondo non significa "vai per strada e fai quel che diavolo ti pare"; da persone libere, tutti noi credo che ci rendiamo conto che c'è un limite alla nostra libertà, ed è quanto questa cozza contro la libertà degli altri. In realtà non è nemmeno un limite, ma una tutela di noi stessi.
Di fronte ad una chiesa che minaccia le fiamme dell'inferno per i non credenti, insultando il buon nome di milioni di persone che si comportano civilmente senza perciò essere inquadrati come cristiani, la risposta degli inglesi mi sembra la cosa più adeguata che l'uomo può produrre. Di fronte a quello che è peraltro un enigma affascinante e apparentemente irrisolvibile.
Probabilmente non esiste.
La civilissima Spagna, che permette e tutela le coppie gay, argomento che mi è stato fra l'altro sollevato di recente da una amica rispetto all'opposizione alla depenalizzazione dell'omosessualità da parte di santaromanachiesa, ha lasciato, senza preoccuparsi che dio esista o meno ,che venisse pubblicata sui bus sia la scritta atea sia quella che i buoni cristiani hanno ritenuto opportuna come risposta: "Dios si existe. Disfruta de la vida in Cristo".
Mi sembra giusto.
In Italia, ci abbiamo provato anche noi. A Genova.
Ci tenevano veramente, se, come si dice, i genovesi sono tanto avari. Ma non ha funzionato.
"LA CATTIVA notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" ,era lo spot, ma pare che sia stato bloccato.
Libera chiesa, in stato occupato. In persone occupate dal pensiero di dare libertà alla chiesa. Ma solo a quella.
Il commento del mio catto-collega è stato che la pubblicità era subdola, in quanto buona farebbe riferimento alla 'buona novella', cioè al vangelo.
Io, che sono notoriamente un po' sciocca e distratta, non me ne ero accorta. Forse perché ritenendomi un libero pensatore, e avendo letto diversi testi di Meister Eckhart, ritengo che davvero non ne abbiamo bisogno, di Dio. Non nel senso chiesastico, perlomeno.
Dio è dentro l'essere umano, che se si libera dai confini imposti dal pensiero indottrinante può scoprire in sé una infinita libertà, nell'amore e nel rispetto di tutte le creature. Con la gioia di scoprirsi non diverso dagli altri, da nessuno, né da Dio.
La fisica moderna sta cercando di scoprire quella piccola particella di massa che da sostanza a tutto l'universo, e se per ora si avvale solo della teoria delle Stringhe(ora M-teoria), è comunque interessante osservare che non si discosta troppo dal concetto difficile che appartiene alla descrizione del fotone: è onda e particella insieme.
Dio, allora.
Dio sarebbe insieme quel punto piccolissimo e l'infinito intorno a noi.
Sarebbe insieme quello personificato della chiesa, che lo fa rappresentare come un buon vecchio con la barba che però punisce e si incazza se non fai esattamente quello che dice, e quello infinito e senza dimensione, a cui non ti puoi attaccare in alcun modo, della metafisica indiana. Della metafisica in generale. Di tutte quelle religioni che per cercare di condurre la mente umana a tale concetto ne impediscono la rappresentazione figurativa.
In qualche modo cercano di insegnare.
In qualche modo anche santaromanachiesa cerca di insegnarci; e lo apprezziamo. La dottrina evangelica è un meraviglioso messaggio, che Cristo sia esistito oppure no.
Perché alla fine sembra che il problema sia questo.
Dio probabilmente non esiste. Non come concetto razionale a cui cerchiamo di arrivare.
La com-prensione di ciò che è, purtroppo, è riservata a pochissimi che riescono a valicare il limite della mente, dell'idea di IO come qualcosa che, perituro o imperituro, sia consistente.
Dante, sulla soglia dell'inferno scriveva sulla porta "lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate".
Sulla soglia della vita la speranza che dovremmo abbandonare è che qualcuno giunga a salvarci da noi stessi, forse.
Perché poco dopo, nel Paradiso, lo stesso Poeta ci renderà quel frutto meraviglioso e inestinguibile (la speranza, appunto) dopo averci resi vivi, avendo percorso l'inconscio (Inferno), il conscio (Purgatorio) e tutta la potenza comprensibile e narrabile della struttura dell'universo (Paradiso).
Insomma... La cattiva notizia, è che non sappiamo renderci conto di non aver bisogno di Dio per essere buoni o saggi. La buona è che pare che ci si riesca lo stesso.
Ed oggi queste parole mi emergono innanzi gli occhi, perché dovremmo vivere liberi, in libero stato con libera chiesa. Invece siamo occupati. Siamo occupati dal martellare dal capo di un piccolo stato annidiato nell'eterno cuore di una magnifica città, che ha già troppe volte detto la sua su argomenti che avrebbe dovuto lasciare all'intelligenza della gente; ma, quel che ci fa peggio, è che come è libero lui vorremmo esserlo noi, che invece ci scontriamo con coloro che impediscono la libera espressione del cittadino sbandierando la necessità di attenersi al rispetto della religione. La rispetto, questa religione cattolica; la appoggio, nella misura in cui bilancia eventuali ismi di altre religioni; ma sempre di più faccio mia la frase esplicativa con cui Odifreddi titola il suo libro "Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)".
Arrivo al punto.
Da un po' di tempo si parla delle scritte atee comparse sui bus inglesi "dio probabilmente non esiste, quindi rilassati e goditi la vita". Potrò apparire un po' di parte nel dichiarare la mia esultanza, di fronte a quello che per me era praticamente una battuta in classico british humor, e che, come tutte le battute, portava strisciante in sottofondo un messaggio; in questo caso positivo, a mio parere. Rilassati e goditi la vita infondo non significa "vai per strada e fai quel che diavolo ti pare"; da persone libere, tutti noi credo che ci rendiamo conto che c'è un limite alla nostra libertà, ed è quanto questa cozza contro la libertà degli altri. In realtà non è nemmeno un limite, ma una tutela di noi stessi.
Di fronte ad una chiesa che minaccia le fiamme dell'inferno per i non credenti, insultando il buon nome di milioni di persone che si comportano civilmente senza perciò essere inquadrati come cristiani, la risposta degli inglesi mi sembra la cosa più adeguata che l'uomo può produrre. Di fronte a quello che è peraltro un enigma affascinante e apparentemente irrisolvibile.
Probabilmente non esiste.
La civilissima Spagna, che permette e tutela le coppie gay, argomento che mi è stato fra l'altro sollevato di recente da una amica rispetto all'opposizione alla depenalizzazione dell'omosessualità da parte di santaromanachiesa, ha lasciato, senza preoccuparsi che dio esista o meno ,che venisse pubblicata sui bus sia la scritta atea sia quella che i buoni cristiani hanno ritenuto opportuna come risposta: "Dios si existe. Disfruta de la vida in Cristo".
Mi sembra giusto.
In Italia, ci abbiamo provato anche noi. A Genova.
Ci tenevano veramente, se, come si dice, i genovesi sono tanto avari. Ma non ha funzionato.
"LA CATTIVA notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" ,era lo spot, ma pare che sia stato bloccato.
Libera chiesa, in stato occupato. In persone occupate dal pensiero di dare libertà alla chiesa. Ma solo a quella.
Il commento del mio catto-collega è stato che la pubblicità era subdola, in quanto buona farebbe riferimento alla 'buona novella', cioè al vangelo.
Io, che sono notoriamente un po' sciocca e distratta, non me ne ero accorta. Forse perché ritenendomi un libero pensatore, e avendo letto diversi testi di Meister Eckhart, ritengo che davvero non ne abbiamo bisogno, di Dio. Non nel senso chiesastico, perlomeno.
Dio è dentro l'essere umano, che se si libera dai confini imposti dal pensiero indottrinante può scoprire in sé una infinita libertà, nell'amore e nel rispetto di tutte le creature. Con la gioia di scoprirsi non diverso dagli altri, da nessuno, né da Dio.
La fisica moderna sta cercando di scoprire quella piccola particella di massa che da sostanza a tutto l'universo, e se per ora si avvale solo della teoria delle Stringhe(ora M-teoria), è comunque interessante osservare che non si discosta troppo dal concetto difficile che appartiene alla descrizione del fotone: è onda e particella insieme.
Dio, allora.
Dio sarebbe insieme quel punto piccolissimo e l'infinito intorno a noi.
Sarebbe insieme quello personificato della chiesa, che lo fa rappresentare come un buon vecchio con la barba che però punisce e si incazza se non fai esattamente quello che dice, e quello infinito e senza dimensione, a cui non ti puoi attaccare in alcun modo, della metafisica indiana. Della metafisica in generale. Di tutte quelle religioni che per cercare di condurre la mente umana a tale concetto ne impediscono la rappresentazione figurativa.
In qualche modo cercano di insegnare.
In qualche modo anche santaromanachiesa cerca di insegnarci; e lo apprezziamo. La dottrina evangelica è un meraviglioso messaggio, che Cristo sia esistito oppure no.
Perché alla fine sembra che il problema sia questo.
Dio probabilmente non esiste. Non come concetto razionale a cui cerchiamo di arrivare.
La com-prensione di ciò che è, purtroppo, è riservata a pochissimi che riescono a valicare il limite della mente, dell'idea di IO come qualcosa che, perituro o imperituro, sia consistente.
Dante, sulla soglia dell'inferno scriveva sulla porta "lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate".
Sulla soglia della vita la speranza che dovremmo abbandonare è che qualcuno giunga a salvarci da noi stessi, forse.
Perché poco dopo, nel Paradiso, lo stesso Poeta ci renderà quel frutto meraviglioso e inestinguibile (la speranza, appunto) dopo averci resi vivi, avendo percorso l'inconscio (Inferno), il conscio (Purgatorio) e tutta la potenza comprensibile e narrabile della struttura dell'universo (Paradiso).
Insomma... La cattiva notizia, è che non sappiamo renderci conto di non aver bisogno di Dio per essere buoni o saggi. La buona è che pare che ci si riesca lo stesso.
8 commenti:
è stato sempre così, ma in fondo io spero che in alcuni di noi ovunque sarebbe pura utopia, né sarebbe "giusto", qualcosa possa mutare...
molto interessante!
Mi sono collegata al tuo blog per ringraziarti d'esserti unita ai lettori ufficiali ... e ho scoperto uno spazio molto bello, che tratta argomenti di notevole spessore : complimenti ^____^
Tornerò di nuovo, per ora a presto e ancora grazie
Se qualcuno sente ancora il bisogno di negare l'esistenza di Dio significa che è ancora vivo!? Magari è proprio l'uomo ad averne bisogno così se lo ricrea a propria immagine e somiglianza, in forme nuove;come "campo", onda/particella o altro.Se è il Pan(totalità)sarà difficile negarlo senza correre il rischio di negare l'evidenza dell'Esistente
@ M.Dorè
benvenuta, innanzi tutto.
Mi trovo d'accordo con quanto aggiungi nel secondo commento. è l'uomo che ha bisogno di concretizzare e limitare quell che gli è incomprensibile, poichè la mente, di fronte all'abisso, ha bisogno di "inventare" qualcosa alla sua portata per non smarrirsi.
La paura, in un certo senso, ci ha fatto inventare la paura. Dai tempi dei tempi. Fin dagli Dei greci, se non vogliamo risalire ancora più indietro...
@ Serena
Ti ringrazio per i complimenti e benvenuta.
Mi piacciono molto le tue vignette, e dopo aver visitato spesso il tuo blog.. mi sono resa visibile.
:)
@ Mobu
chi l'ha detto che non facciamo a spinte? :))
solitamente acuto. Grazie!
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