domenica, ottobre 30

Un taglio netto

Lila si guarda allo specchio. Nel momento in cui ha varcato la soglia, e l'uomo che s'è trovata dinanzi le ha sorriso incoraggiante, avrebbe voluto voltare le spalle, andarsene dopo avergli detto: "lasciamo tutto così com'è; a volte, in certe ore, in certi giorni interi come la luna piena, non mi piaccio, ma tutto sommato se mi attardo oltre la superficie, mi riconosco e mi tranquillizzo; e poi ci sono molte volte, in cui mi si mostrano i due lati insieme e i mei occhi sono dello stesso colore".

E' un momento.
Poi si siede, e l'uomo che le appoggia sulle spalle ancora una volta quel mantello nero come il dolore, che sembrava scivolato via tutto stamane nella doccia, pur attardandosi un poco nel formare una veloce spirale, prima di dileguarsi nella condotta dell'acqua.
Lei vorrebbe dire: "tagliami i ricordi. 
Spunta la mia aggressività, alleggerisci la paura che mi attanaglia e mi blocca l'anca impedendomi di andare, l'impazienza che mi fa perdere fiducia nella Vita, nonstante i segni.
Vorrei colorare appena di più la voce, perché scivoli con dolcezza oltre l'orlo della bocca, dettagliando e cambiando le cose, senza ferirmi l'anima. Vorrei arricciarmi la conoscenza, acconciando le parole per renderle comprensibili e lievi, anche quando sussurrano un addio pesante e gravido di novità, come la morte. Tuttavia," e questo lui non l'ha capito, "lascia stare le bianche e rare intuizioni di cui mi sono già appropriata, anche se si stanno intensificando; lascia allungare la parte superiore che ha da sempre una forma definita e morbida, e quella piccola sicurezza che si abboccola dietro all'orecchio, ricadendo avanti ogni volta che mi perdo. Quasi che fosse un gancio a cui restare aggrappati, che qualcuno ha messo lì, perchè non viaggiassi tropppo a lungo sulla via smarrita. Perchè il suono del suo muoversi, è un sussurro di vento che mi suggerisce verità incerdibili".

Lila si sofferma sulla percezione dell'umidità e dell'inevitabile forma della sua testa, mentre l'uomo cui vuole affidare le sue idee, valuta le simmetrie, soppesa le emozioni dei recessi più vecchi, inanella le situazioni per osservarle da vicino ancora una volta. Si guardano, attraverso lo specchio.
E lei vorrebbe dirgli: " Lasciami solo gli amici veri, quelli che ti si appoggiano sulla spalla quando hanno bisogno, e che non hai bisogno di chiedergli di starti vicino quando hai freddo, perchè ti coprono sempre di attenzioni".
Oppure:"Lasciami la passione e l'amore che a volte mi copre gli occhi, perchè si ama da dentro, e quel che vedi, spesso è solo un dettaglio insufficente se non ascolti con attenzione quel che ciascun senso suggerisce".

Lila si tende, raddrizzandosi, nell'attimo di silenzio che precede la decisione; quel "centimetro cubo di opportunità" si dilata con una parvenza infinita, che le rende la consapevolezza che i ricordi resteranno come immagini da sfogliare, e ricresceranno perché non hanno mai fine, non importa quanto corti provi a farli, alleggerendoli dell'emozione che avevano allora, alla luce un po' fredda ma piena in cui si sta guardando.

Guarda l'uomo con le forbici in mano, e mentre cade la prima ciocca, gli dice decisa,: "lasciami essere ogni giorno, esattamente così come sono".



"Come scusa?!"
"Dicevo, magari lasciamo la frangia lunga davanti, e diamo una spuntatina dietro, come le altre volte".

mercoledì, ottobre 26

Non tornare a dormire

Un pensiero per ricordare. Che la Via prosegue passo dopo passo, anche quando sembra che non ci sia niente davanti, e niente alle spalle. Che non ci sia nemmeno il sentiero.  Nemmeno i piedi. 
Eppure, ti era sembrato che la via avesse un cuore, come diceva Castaneda. Ti era sembrato d'essere già su un viaggio di mille miglia. Quando sei sveglio, qualunque cosa ti sembri sai che è solo una corda, alla fin fine. Pure se ti sembra un serpente, un polipo, un grizzly.
Sai che, come diceva il Gatto ad Alice, ogni strada porta da qualche parte, se non ti fermi prima.
A tutti noi, per i viaggi di ogni giorno:

La brezza dell'alba ha segreti da dirti.
Non tornare a dormire.
Devi chiedere quello che davvero vuoi.
Non tornare a dormire.
C'e' gente che va avanti e indietro
attraverso le porte dove i due mondi si toccano.
La porta e' tonda e aperta.
Non tornare a dormire.

                                      Jalal-ud-Din Rumi

giovedì, ottobre 13

In viaggio... dalla vita in poi

A volte, per cambiare le cose bisogna che tutto resti uguale...
lo so, sto parafrasando, girando il motto a mio favore, ma solo per allacciarmi da qui ad un pensiero che da un poco volevo mettere per iscritto, e che Madama Dorè ha trattato proprio in questi giorni.

Uguale è, qui, equivalente. E' da pensarlo come una osservazione accurata ed equanime del presente e del passato, per riportare le cose in equilibrio, quindi non identiche a se stesse, ma nuove, pur se quel che è stato non si può cambiare.


Mi spiego. L'estate, come ho avuto modo di osservare, ha visto finire delle cose, dei sentimenti, dei pensieri. Tuttavia mi ha lasciato accorgere di una ferita profonda, ancorchè guaribile, si spera. E un giorno mi sono trovata in mano un libro di esercizi dal titolo "Ama te stesso", che mi hanno spinta a indagare l'origine di questo farmi ferire, sempre allo stesso modo, nello stesso punto, con dolore che cresce anzichè diminuire, poichè laddove si è già stati colpiti si finisce con l'avere come un livido permanente. Un piccolo punto su cui sembra che non giunga mai il calore del sole, o di un affetto.

Ebbene, in questa immersione catartica nel ricordo, che ho in parte perduto nei cassetti d'ogni giorno, o forse nascosto e non stirato come i panni che celo nell'armadio (perchè stirare, ammettiamolo, è faticoso... e perchè posseggo un sacco di cose, avendo vissuto molto), mi sono ricordata, appunto, che ciò che era non si cambia. Resta uguale. Se non che nel guardarlo, così non pare. Non lo sappiamo più che cos'era. Sappiamo però, OGGI, ORA, QUI, che cos'è.

Da questo punto si riparte. Questa è la valigia che piace a Lila.
La borsa ormai sempre pronta, per viaggi non necessariamente ai limiti del mondo fisico, ma sicuramente che hanno la necessità di oltrepassare il mondo "psichico" fin qui conosciuto. Che hanno la necessità di andare oltre la mente che mente e si lamenta di cose che hanno avuto la loro ragione d'essere, e la loro inevitabilità quando sono state, ma che ora non hanno più necessità di mantenersi.

A volte, per cambiare tutto, bisogna che tutto resti uguale. 
Come il rumore dei treni, che si allontanano caracollando, allo stesso blando ritmo. Resta la forma, resta il fracasso ritmato del ferro sul ferro, la corrente che li sospinge.
Resta.

Un poco.

Poi, sei tu sul binario vuoto. Con la valigia in mano.

Puoi voltare le spalle, o restare a sperare che torni.
E' una scelta, e sicuramente, farai la migliore possibile.

Lila, adesso, esce da questa stazione, e va a scoprire cosa c'è fuori.