domenica, novembre 15

Continuando ad amare.

Continuerò a cercarti,
nei sassi e nei fili d'erba, nell'oceano e nella goccia,
nel vento e nel respiro, nel fuoco e nella scintilla.
Continuerò a cercarti,
dovessero volerci altri mille baci, mille altri inganni dei sensi,
tenuti accesi, e totalmente persi di te, nei nomi con cui ti chiamavo.
Continuerò a cercarti,
nel pieno e nel vuoto, nel dietro e nel fuori,
nel davanti e nel dentro, nel sopra e nel sotto,
a nord, a sud, ad ovest, ad est.
Nello zenit e nel nadir del mio cuore,
già tre volte creduto uno di due, che si era fatti uno.
Nel mio cuore creduto tuo, del nome con cui ti ho chiamato,
Continuerò a cercarti,
perché non sei mai stato via a lungo, e sei qui, perfino ora
che ti sto errantemente anelando.


Per questo, continuo a cercarTi.
perché ti perdo nella stoltezza del mio desiderio umano
di leggerti in una forma, per poterti toccare.
Ti perdo nella schiavitù del mio desiderio umano,
di percepirti solo con i sensi che riconoscono le cose.
Ti perdo nella povertà del mio desiderio umano
di possederti come un tesoro, per contare di averti.
Ti perdo nella guerra del mio desiderio umano
che credendoti da me separato, lotta per conquistarti.
Ti perdo nel deserto del mio desiderio umano
che se non ti vede intero, crede che tu non sia.
Ti perdo nella bruttezza del mio desiderio umano,
che parla con parole che non hanno spazi e silenzi.
Ti perdo nella morte che è il mio desiderio umano
che si perde nello sconforto, ingannato dal tempo.

Continuo a cercarti.
E nella sapienza di una luce che brilla dietro la pagina,
nel governo dei sovrasensi che spremono l'impercettibile,
nella ricchezza del riconoscere l'oro puro dell'anima
che forma le cose, senza perdersi nella forma che vedo,
nella pace del sentirti dentro ciascun respiro, seppur non mio,
nella fertilità del pensiero che sale fino a rompersi per recepirti,
nella bellezza che è in ogni immagine, prima che se ne faccia cenere,
nella vita che scorre senza fine nella sua fine dal suo principio,
ti troverò.










mercoledì, agosto 26

Gli angoli senza spigoli

C'è un angolo di felicità (ora e qui) nel mio cuore quando smetto di contare i problemi, e spunto le cose, i movimenti, i sogni che stanno andando bene. Mi
o padre che sta meglio, mia madre più serena, i compromessi con la vita come comprare una seconda macchina se non si può cambiare casa, che Freddy e Nua hanno accettato per sorridere di più.

C'è un angolo di felicità  (ora e qui) nel mio cuore, quando vedo il volto innocente di Isa, quel ridere per ridere, le tristezze di un pianto devastante che non si fanno mai malinconie, l'irresistibile tenerezza della scoperta, quando negli occhi brilla la fiamma della conquista: raggiungere l'oggetto sulla sedia, sentirne il rumore quando cade, entrare di corsa in bagno gatonando, perchè ma-ma-ma-ma-ma ha lasciato la porta aperta, o il discutere con la porta chiusa dietro pa-pà-pa-pà.

C'è un angolo di felicità  (ora e qui) nel mio cuore, dove sono appoggiati i ricordi di quando arrivavo tardi al lavoro per scriverti dei momenti indimebticati, in cui ti ho pensato scattando foto, o appuntando parole sulla giacca per raccontarteli. E' l'angolo quello più in ombra, appena scuro, perchè il ricordo sbiadisce ma rimane la sensazione che si vive ora. La sensazione che si vive qui. E quella, solo quella da luce, perchè il cuore è tornato morbido, e gli angoli sembrano senza spigoli duri.

C'è un angolo ancora, ora e qui, nel mio cuore; è quello dove mi sposto ogni volta a guardare, badando che non sia mai lo stesso.  Cambio punto di vista, ed è sempre in questo che riesco a trovare le piccole gioie dimenticate, ricordando di gioire per le altre mille piccole cose che, alla fine dei conti, fanno felice l'anima. 

C'è un angolo di gioia, nel mio cuore. Qui, dove tutte le porte sono spalancate per  lasciar uscire la tempesta che ha tagliato i bordi,  e cambiato le geografie delle sue camere...
Dove tutte le porte sono spalancate, per uscire tutti, soprattutto chi non vuole restare in questo posto senza spazi chiusi, dove nessuno, tanto meno io, vi è prigioniero.  
E c'è sempre un angolo, dove fare arrivare di nuovo il vento.