venerdì, gennaio 18

un certo a - dio...

"Che partenza sarebbe, altrimenti?"

Mi sei mancato ancora, ieri,
perché "Io" non posso trovarti
che in quell’angolo di cassetto,
dove è nascosto il profumo di te.
Manchi ancora in alcuni respiri
quando tento, mentre voglio fare a pezzi
tutta la rabbia di questo a(d)Dio;
ma sei andato, e non è il tempo
per salire fin dove ci confondiamo,
e non è il tempo di scendere
perché non posso confondermi
senza perdere quest'anima una,
di cui eri il pezzo mancante, e mancando
e mancandomi, s'é resa io e te, intera.

E arresa al momento giusto di separarsi,
sono qui, sol una, internamente;
divelta all'interno da radici secche
e dilaniata dall'espendermi per percepirti:
eri una stanza segreta, e ora sei
un infinito spazio, quando cercandoti
ti trovo in brandelli di ciascuna cosa
e ti rimetto insieme amando questa dilatazione.
Così manchi alla nostalgia piccola
che ti vedeva andare come l'anima vagabonda,
che si fregiava di frammenti condivisi fragili,
di borse non troppo piene e non ancora vuote,
in cui piegare la mappa delle solitudini,
e appuntare la direzione dei miei viaggi.

Ma ora c'è la strada dietro di me,
che è il luogo dei ricordi
che ci hanno tenuti insieme;
e c'è la strada innanzi a me,
e sono solo una, come un cerchio
che gira, si chiude, e si quadra e gira,
ed è il luogo dove, se non siamo uno
siamo più di due: tu il mio cuore nei cieli,
e io, il mio cuore sulla terra.

Che solitudine sarebbe altrimenti?

Certo, manchi agli occhi e alle mani
mentre accosto le finestre perché lo zefiro
del nostro tempo, ormai tramontana,
cerca di entrare; lo tengo a bada,
incespicando per un attimo senza respiro,
prima di spalancare la porta al nuovo giorno.
Inspiro me, ed espiro te. E respiro ancora.

La tramontana che cambia il cielo
non disegna il tuo corpo in nessun orizzonte.
ma ho caldo in questo cuore spaccato
(tu il mio cuore nei cieli
io la tua gloria sulla terra),
che si raccatta nel suo setto interno
e mi fa tutta intera con il suo solo colpo.
un battito asincrono perché assente
il suono doppio e la traccia dei tuoi passi.
Che partenza sarebbe, altrimenti?