mercoledì, aprile 27

un messaggio d'amore

Oggi, in India, si terranno i funerali di Sathya Sai Baba.

C'è stato un periodo nella mia vita, quando ho frequentato un gruppo di Suoi fedeli, ma io stessa non posso definirmi tale, in quanto già da un po' non mi riesce di personalizzare l'adorazione; eppure la sua morte per un poco mi ha turbata. E come di fronte alle peggiori notizie di cronaca, mi è venuta la curiosità d'ogni notizia; ne è stato detto di tutto, che era un imbroglione, che era un santo, che era Dio.
Quello che è certo, come per un certo Avatar della tradizione cattolica, un tale Gesù, è che ha raccolto folle, in questo caso addirittura oceaniche, e che, imbroglione o meno, quello che insegna suona bello. E nella fisica si dci che una teoria, quando sia elegante, quindi bella, è anche vera.
E poi Dio, se permettete è il più grande imbroglione di tutti: ri-vela costantemente il segreto di Sè, come se fosse il trucco d'un prestigiatore!

Così, oggi ancora, il pensiero corre ad una delle sue manifestazioni; un essere (uomo o Dio, o UomoDivino) che ha cercato di trasmettere e tradurre per l'uomo di ogni giorno, l'amore infinito che dovrebbe colmare i nostri cuori, perchè è solo attraverso di esso che si può raggiungere la comprensione.
"L'amor che move il sole e l'altre stelle" ci conduce a superare quello spazio, incomprensibile alla mente, di cui parla Zenone nel suo paradosso, e che rimane invalicabile fino a che ci crediamo isolati in un bozzolo, e non parti integranti, integre e connesse, dell'armonia universale.
In questo spazio, dove Io (personalità) sono, non sono ancora riuscita a trovare Il compagno della mia vita. Ma in Quello spazio fra me e te, che talvolta si valica, mi rendo conto che ogni giorno la rete che ci avvolge allarga i suoi buchi. E nella minima percezione di qualche istante sparso nella mia vita, cerco di tenere viva la consapevolezza che ci sia qualcosa di più grande di noi... che non è altro da noi.
Con questo pensiero nel cuore, viva come mai, oggi vi abbraccio.


Tutti dovrebbero avere la certezza totale di essere l’Atma, l’Incarnazione del Sé Divino. Bisogna essere consapevoli del fatto che l’Atma non può essere tagliato in due dalla spada, che il fuoco non può bruciarLo, che l’acqua non può bagnarLo e che il vento non può disseccarLo. L’Atma non ha confini, il Suo centro è nel corpo ma la circonferenza è illimitata; “morte” significa che l’Atma si è spostato da un corpo a un altro. Questa è la certezza sicura che dovete avere in mente. L’Atma non è soggetto alle limitazioni o alle leggi del mondo, è libero proprio per Sua natura, è illimitato, è purezza, santità, pienezza.
Sai Baba

mercoledì, aprile 20

Auguri

Con l'approssimarsi della Pasqua, ma già avremmo dovuto percepirlo dall'equinozio di Primavera, si apre una nuova possibilità di rinascita. La terra esplode verso il cielo, in un tripudio di fiori e foglie d'un verde elettrico e allegro; indossa un nuovo vestito, che ricopre le nudità di rami della notte invernale.
A noi uomini, a volte per intuizione, a volte perchè ci introduciamo in un nuovo ambiente, a volte... perchè finchè restiamo "giovani dentro" c'è sempre una nuova primavera, è concesso più facilmente e velocemente di cambiarci d'abito. Tuttavia, benchè possa essere fatto
 come atto magico, non sempre questo porta ad un effettivo cambiamento. Ma in questo appena avvenuto passaggio, il mio augurio a noi tutti è che possiamo vestirci di nuovo, e con gioia scoprire qualcosa che è dentro di noi...
indossiamo il vestito dell'imperatore, e scopriamo che il Re (la luce in noi) a ben guardare, è nudo.
Tantissimi auguri di BUONA PASQUA!!!



L’abito (Iniziazione)

Delle mie vecchie spoglie denudato
son morto! al principio del cammino,
rivestito, dopo essere iniziato
son rinato, con l’animo bambino.

E volgendo dattorno gli occhi nuovi
verso quelli di cui io ero il frutto
riconobbili abbigliati come me,
e sentii che gli ero uguale in tutto.

Lo sguardo, poi, cercare volle il corpo,
delle passioni oscure ospite stolto!
Nessuna forma più vi si scorgeva,
stava come marmoreo, grezzo blocco
che di scultor la mano s’attendesse
per disvelar l’idea che v’era sotto.
Del Michelangelo memoria antica
mi s’affacciò passando a questa vita!

Mi s’era infatti per mia scelta dato
un bianco foglio in cui ricominciare,
trasmutando la forma del passato
e proseguire l’arduo mio scalare.

Li vidi allor muovere lentamente,
passione e razionale, cuore e mente!
In un caleidoscopico mutare
si dividevano e tornava’ assieme;
il mal sopito s’aveva a rivelare
ed il conoscerlo mi dava nuova speme.

Di definito e forma non più schiavo
mirai dinnanzi, vasto, l’orizzonte
vidi così che, sulla via che andavo,
ero della Creazione figlio e fonte.

venerdì, aprile 8

FORSE NON VI PIACERA'...

L'avevo scritto, un post. Appuntato in agenda, almeno; un po' polemico, un poco spaventato, cominciava pressapoco così: " li guardo crescere, e non sono i miei figli. Non crescono in statura,  in età, quello si, ma capita a tutti; però crescono di numero e il canale del parto non è il collo di un utero, ma quello di Sicilia, dove qualcuno resta ad ammirarele stelle marine e i pesci dei fondali, quando le cose vanno male. Capita, anche in tempi moderni. Ma non sono i miei figli; non sono i figli di questa patria un po' assurda e benedetta dal sole e dai panni stesi nei vicoli, e nemmeno lavati in famiglia.
Non li vorrei come figli, almeno non quelli che sputano nei piatti tesi, e vabbene che le condizioni igeniche non sono da grand'hotel, ma mi sa che non stavi meglio a casa tua, o qui non ci venivi. Mia madre m'ha insegnato a non dire che schifo, e... sono vegetariana, ma se sono ospite di qualcuno che non lo sa, mangio anche la carne; perchè m'hanno insegnato che se ti viene offerto qualcosa chi non accetta non merita. E poi quello c'è, se hai fame mangi. La protesta sta meglio a quelli che ti stanno dando comunque quello che gli avanza negli armadi,o in dispensa, per fare spazio dentro casa mentre non ne hanno fuori per passeggiare perchè continui ad arrivare nella loro terra, anche buttato in spiaggia ( o lasciato a mare) da tutti quelli che non ti accettano. Maltesi, francesi, spagnoli ti ributtano a mare. E tu non sei mio figlio, e ti do da mangiare e tu mi bruci le parrocchie (e questo, scusa, mi fa incazzare anche se i preti non li sopporto) e sputi nel piatto.
Questo non mi piace. Questo mi fa uscire la parte brutta del razzismo, quella che ha paura di te, non quella che mi fermo a farlo passare, perchè è di colore (diverso dal mio)  e se non mi fermo io lo mettono sotto. Quello è razzismo (così come cercare di investire gli agenti dell'assicurazione ;-) ), ma almeno è un razzismo utile.
Rispetto e sostengo il desiderio di libertà, ma non pretendere che ti lasci senza lavoro e randagio, senza sapere chi sei. Perchè a me, italiana, se mi prendono senza soldi e documenti rischia pure che mi arrestano per vagabondaggio. A me, italiana e con i documenti, quando sono stata immigrata regolare all'estero, la prima frase in inglese stentato che mi rivolse un collega dopo sei mesi fu: ma tu in Iialia non lo trovavi un lavoro?
 Era un'altra situazione, lo so. Ma il razzismo, il rifiuto, l'ho sentito, e so che ti fa star male; anche se era l'immigrazione dei ricchi la mia,. senza guerra, senza povertà alle spalle. Senza galera, fammelo dire.

Lila non si barrica dietro un falso buonismo, e accetta senza remore chi viene a lavorare, chi resta a ricostruire casa propria dopo uno tsunali (ce lo vedi il giapponese che emigra senza documenti?), chi fugge con la speranza di tornare a casa. Mi fermerò pre te, non per l'avvocato in giacchetta e valigetta..."
Questo avevo scritto. E non finiva, perchè è una storia che non ha conclusione. Che rimane sospesa coi puntini sulle banchine di qualunque paese... o quasi.

...O FORSE SI?

Questo avevo scritto.
Poi stamattina è successo un miracolo. Una donna, non è prorpio una mia paziente, non ancora, abbiamo fatto solo una seduta e l'ho "ereditata" da cinque trattamenti fatti col mio collega con la voce a sussuro, che per trovare il fiato alle parole ha preso tre mesi di aspettativa,
  Ebbene, m'entra in stanza dicendo sa ho un piccolo problema, sono incinta.
Problema?


Lo sa da ieri, e ne parliamo tutto il tempo,perchè Lila ha sempre bisogno d'esperienza... e alla fine, io che non ho figli, e che voi non siete i miei figli e, al massimo,  ho sublimato con i miei allievi tempo fa una maternità che non mi è ancora concessa... alla fine la sento, quella gioia infinita d'essere più d'uno.
Di percepire la VITA che ti scoppia dentro, e che di qualunque razza o paese siamo ti trasporta in uno stato d'estasi. Mi sono commossa, e qualunque parola sarebbe troppo poco, per spiegare come si può sentire qualcosa che non si ha, come fosse proprio. Come sento la tua cicatrice, la tua guerra, la tua fame, il tuo dolore... così il tuo amore. E per una manciata di secondi, io non sono più io, ma io e te.
Di tutte le parole che ho detto, l'unica che mi resta è una parola che non ha lettere.
Che mi commuove e mi rattrista, mi allarga, vi comprende, si scaglia in alto in basso a destra a sinistra avanti dietro, perdendomi i confini in un suono muto e mi riempie fino all'inverosimile.
Poi scompare totalmente.

E poi ho pianto.