giovedì, luglio 30

felicità

La Felicità?
... a volte, mi pare, la perdiamo
aspettando di essere felici.


Mi allontano per qualche giorno, in cerca di una sospensione più voluta prima d'essere anche solo pensata, che ora. Tuttavia, il mezzo morale che mi porto dietro (l'altro è di nuovo rintanato nel cassetto basso dell'armadio) spero che basterà.
Buon week end a tutti!

domenica, luglio 26

tienimi, se vuoi, appena annodata
a te. Con un filo sottile,
un lungo, lento lacciolo
che mi permetta uno scarto di lato,
di assecondare la corrente,
un movimento come libero.
Libero di tornare,
perché il filo mi insegna la strada.

Non lasciarmi, se puoi.
Ecco, io cerco; mi tengo
abbastanza stretta alla tua essenza
l'ombra lieve che non interferisce,
ma sopisce il desiderio di fuga
restando, come sponda di mare.
Come stelle nascoste dal sole.
Il porto che sai esserci,
appena oltre l'orizzonte.

E, se non vuoi essere la terra
dove tornare, madida d'ebrezza,
torna come vento sotto le mie ali,
una compresenza nel volo senza fede
che mi spinge,
andata e ritorno, nel vivere.
Nessun filo sarà più forte del tuo sospiro,
che sarà il volo e sarà portato in volo.

Non lasciarmi, troppo a lungo
credere che tu m'abbia lasciata.

domenica, luglio 19

Ho navigato, in realtà sembravo un po' alla deriva, in quello spaventoso spazio che è l'Outlet di Castel Romano.
Spaventoso, non perchè sia 'brutto'. Di suo ha un'intrinseca armonia data dall'ordine che regna, e dalla civile pulizia delle strade colme di negozi.
La gente ci va a cercare le occasioni, 'sì da potersi permettere i jeans di CK, o magari un vestito di Valentino. Chissà, forse dei Levi's... dell'anno scorso.
A me importerebbe poco, nel particolare, tuttavia non lo sostengo per via della patina irreale della cosa.
E poi manca una libreria. Me ne sono accorta la prima volta, dopo aver girovagato a lungo in cerca di quel qualcosa che ti riempie, se non la borsa gli occhi. CHe sempre riserva una sorpresa o un' ancora per la curiosità. Rimasi sorpresa e delusa.. pensavo che almeno ci fosse qualcosa del secolo scorso!
Comunque una volta l'anno, quando ci sono i saldi (estivi) spendo un po' del mio tempo, e meno del mio danaro (ho comprato solo una volta dei jeans) per girovagare nell'abomino suburbano. ALmeno, rispetto ai centri commerciali, qui si sta all'aria aperta. (tra un negozio e l'altro.)

Questa è una di quelle curiosità che ci si toglie, prima o poi. E magari, una volta l'anno, ci si torna. Ci torno.
In genere dopo il mare, come oggi. Per questo, solo una volta l'anno.
Quando sono cotta dal sole e soddisfatta di me, in modo da non sentire la necessità di nulla.
Passeggio, osservo le persone che infilano sempre un maggior numero di sacchetti sulle braccia, nei camerini,in macchina.
Metabolizzo, mi immergo... emergo in muta da "shopping centre".
Entro in un negozio.
Provo qualcosa, non va, mi rammarico, ma non mi sforzo a cercare altro. Cambio negozio.
Provo, van bene, e mi metto in fila per pagare... ebbene si, un paio di jeanz CK.
Mentre sto lì, che aspetto, mi chiedo se mi servano, davvero (intanto lascio passare quelli dietro di me).
Forse no. Il fatto che siano scontatissimi però attira.
Fanno appena un po' difetto sulla coscia. Però sono così scontati!

Sorrido fra me e me, quando scorgo la trappola; li piego con cura, sorrido alla cassiera che tende la mano per passarli col suo rilevatore magico... e torno a impilarli sulo scaffale.
Sguscio fuori.
Osservo ancora.
Le stradine ordinate e pulite, con tutti questi colori sulle casette mi fanno pensare di essere a Paperopoli. Ma non c'è neppure un animale qui. Nemmeno gli uccellini. E se ci fossero direbbero c-i-p in lettere, per farsi sentire.
Oppure... ecco... la disneyland dello shopping?
Tra poco si vedrà spuntare Valentino, finto, ovviamente e con una grande faccia di gomma; o magari tutti gli "Eredi Pisanò" in gran completo. Uno dei loro magari.

colpo di fulmine

radi caroline... un minuto di pubblicità...
ieri sera ho visto un film che mi ha deliziato e fatto ridere; si può dire che sia assolutamente terapeutico, se consideriamo l'importanza che sta acquistando la gelotologia, ed il fatto che a livello scinetifico si stanno confermando con sempre maggior sicurezza i legami chimici fra emozioni e fisicità.
Ridere fa bene, e "I love Radio Rock", fa ridere!

Radio Rock (Radio Caroline nella realtà dei fatti) non è il genere di film che avrei pensato di vedere, al cinema per lo meno. Perchè in realtà credevo fosse un altro genere di film.
'storico' e leggero, ricco di puro humor inglese, mai volgare e decisamente superiore alle (mie) aspetative.
Beh, se decideste di andare, buon divertimento.

Il minuto di pubblicità è durato anche troppo!
:)

sabato, luglio 18

Desiderio e visione

Ah, per un attimo potessi stare
completamente dentro alle persone!
sentire tutto, diffondermi nell’aere
essere assieme il loro vuoto e il loro pieno!
Quale amor sarebbe allora, questo mio,
che adesso è un seme piccolo e insolente
e gioca a rimpiattino nel mio io
lasciando intravedersi poco, o niente.

Si, se potessi versarmi in una coppa
amore mio, amori miei, potreste bere
e se apparisse terminato il contenuto
ancora rimarrei, sarei il bicchiere.

Ecco lo vedo, d’argilla sembra al tatto,
io son la terra e la mano che l’ha fatto!
l’ambrato liquido che a guardar bene
lo vedi, fatto s’è come un vapore
e non lo tengo più, voglio arrischiare
di fissarlo, e restar poi nel tutto immerso ...
Mi brucia! scalda! Fa luce! liberando
l’amor se stesso, il prigioniero dell’inferno.

Poi si tace, e posso stare un poco,
perfettamente, dentro alle persone.
Sono la vita, tutto il grande gioco,
e rido, con tal gioia pel sentore
della cascata che mi sgorga dentro
Si spande. Un brivido. E muoio ogni momento.

Non uno più dell’altro, niuno e tutti
son presi in questa danza, e non la fermo
immobile percuoto il fuori e il dentro
ed amo. Un solo attimo. In eterno.

domenica, luglio 12

profumo di... di cosa?

Innarrabili vicende mi hanno costretta a rimandare un agognato week end al mare, così mi concedo una breve passeggiata nella mattinata, che mi ha fatto scoprire:
a) i romani, rispetto a due anni fa, sono diventati molto più mattinieri. Alle 8.30 il raccordo è strapieno di gitanti estemporanei. Inutile dire che in macchina sarebbe un martirio! Torno a casa e prendo Bev.
b) i romani sono convinti che l'esagerazione sia d'obbligo, e che faccia ridere. Conversazione tipo: "ho parcheggiato a Campo Ascolano... praticamente sono venuto a piedi [da Roma]".
... domanda: ma noi non siamo a Campo Ascolano?
Però un po' di ragione l'aveva. Il litorale alle nove e venti era già saturo di macchine, per la gioia dei parcheggiatori abusivi.
c) la disperazione fa nascere la speranza, e la speranza... (il resto si sa).
Sto andando a piedi sulla strada, una Punto si ferma accanto a me: "scusi, che esce?" "si, ma con la moto" .. .pausa... "magari ci entro?".
No, direi di no.
d )forse non sono i romani ad essere mattinieri, perché quasi tutti quelli che ho intorno sono extracomunitari.

Comunque, torno a casa e mi sovvengo che dopo un pranzo leggero ci sta bene un biscottino al vino fatto a casa, magari due...
Tra i vari lavori estranei al metter le mani sui pazienti, ora mi sto dedicando alla ricerca culinaria; ultimamente la sperimentazione mi ha fatto produrre, nell'ordine: ciambelline al vino, ciambelline al vino con chiodi di garofano, ciambelline al vino e curcuma. Ciambelline yogiche, con curcuma, zenzero, cannella e vino... aromatizzato ai chiodi di garofano.
Le migliori, fin qui.
Tuttavia se c'è una attività che ha sempre appagato le casalinghe, soprattutto nelle attese... disattese, quella è la cucina. E la cucina creativa è ancora meglio.
Stai là, giovane canuta per via dei capelli spruzzati di farina, in mezzo in mezzo alle sue nuvole odorose, con il vino (un goccio a me, e uno nell'impasto) che sprigiona intensi effluvi e pensieri leggeri; le spezie colorano il banco di lavoro... ed ecco che allunghi la mano, tremante d'emozione, verso un'idea. Si, un'idea.
La prendi, la rotoli, la acciambelli... e la piazzi nella ricetta base. E poi chissà! ma intanto il gioco è fatto. Ti senti nuovo, anche solo per i venti minuti di infornata... finché scoprirai che il soufflè è blu e non verde, che i morbidi biscottini sono in realtà mutati in sassi rotondi e piatti, da gettare sul lago e farli rimbalzare cercando di non colpire le papere.. o che potrai stupire amici e parenti con deliziosi manicaretti...
Ora sono in questa fase: i venti minuti di infornata!

Poco importa se poi la dieta impone di non esagerare (la ciambellina del dopo pranzo sono diventate dieci, e poi un po' di marmellata, tanto per mandarle giù...); è risaputo che è bene mangiare un po' di tutto.
Quindi, dato che ieri ho aperto il latte di riso per cucinare delle crepés ai piselli (versione dietetica suggeritami dalla presenza di panna nella ricetta originale), oggi sono alla produzione industriale di biscotti al limoncello e latte di riso, latte di riso e curcuma, e ce ne sta perfino per una versione 'doppio biscotto allattediriso farcito con marmellata di limone'

Il timer suona, un attimo, quasi ad occhi chiusi, per non vederne l'aspetto. Poi il forno si spalanca e il sottile profumo che preavvisava della cottura, si fa più forte... limone, curcuma, farina, miele, latte...
profumo di cosa?
... non so, forse di casa... forse di briciole di felicità.

venerdì, luglio 10

corpo e coscienza

corpo e coscienza"Venghino signori, venghino... oggi, in offerta straordinaria ridiamo la vista ai ciechi e raddrizziamo le gambe agli storpi".

La bacchetta magica funziona, in questi giorni,
Ma la conditio sine qua non per la guarigione è la modificazione di sé. La modificazione del concetto con cui si approccia ad un qualsiasi sistema terapeutico.
Ovvero che qualcuno, al di fuori di noi possa essere il nostro padrone... e terapeuta.
Questi al massimo può essere un facilitatore. Quello che consoce la via, sulla quale occorre camminare da soli. E occorre sapere dove si vuole andare.

Non capiti. Ma se dovesse succedere, mettetevi di fronte allo specchio, e chiedetevi se volete davvero guarire. Gli occhi, in questo caso non mentono. La mente dice si, il cuore fa un balzo di lato, scarta sull'emozione e finge di non saper rispondere. Però direbbe no.
E la malattia è troppo spesso usata come un'arma. Il corpo la manifesta intelligentemente per avvisarci che qualcosa non va. E la mente continua ad usarla, stupidamente, perchè è molto più semplice che modificarsi.

La signora obesa lamenta un dolore continuo alle ginocchia quando cammina o sta in piedi ferma. Dopo venti quasi inutili sedute, a colpi di bacchetta ed armi tattiche di bassa lega (insomma s'è provato di tutto) le ho detto che l'avrei curata meglio se avesse perso due chili (o magari cinque); non è più tornata. Il cuore spera che li abbia persi, e che stia meglio. La mente teme che sia andata a farsi fare le infiltrazioni.

La signora che 'non sente il corpo', alle richieste di tentare un movimento ad occhi chiusi (facilita una cosa che si chiama propriocezione) prosegue imperterrita a muoversi male, ad occhi aperti.
Prima di tentare con l'ultima richiesta (forse oggi ho problemi di comunicazione, mi dico) ipotizzo se non sia il caso di farla andare ad occhi aperti verso il suo destino.
La mente (mia) vorrebbe. Ma non compete a lei: il cuore la irride e poi sorride, alla signora; "scusi sa, ma oggi sono sarcastica e stronzetta. Mi guardi: così sono gli occhi aperti (li apro), così sono chiusi (li chiudo)"
Ecco, bastava tanto poco. Mi imita. L'esercizio migliora, la signora anche. Scende dal lettino, e chissà come ora sta, e si sente dritta!
Alla romana direi "piglia e porta a casa"... ma non vorrei essere fraintesa. Porta a casa l'esperienza. La sensazione. L'apprendimento!
Perchè ieri l'ho fatto con le mie mani. Oggi lei, da sola, ha fatto molto più di quanto potrò mai.

"Venghino signori, venghino..."

Perfino il vecchietto piegato in due dalla vita (e dall'eccessivo uso delle vertebre che ne ha causato un'usura tale da fratturarle) oggi s'è allungato verso il cielo. Dopo aver lavorato attivamente.
Un passo verso il paradiso.
In senso metaforico.

La vecchia Nina è arrivata ad occhi spalancati, portando per noi dolcetti caffè e zucchero. Felice come una bimba con un giocattolo nuovo mi ha detto che finalmente è tornata a vedere. (nel senso che riesce a portare di nuovo gli occhiali, eh. Non esageriamo!)
Che si è guardata di nuovo allo specchio.
Ci ha mandato la cognata, che alla fine della prima seduta chiede già quando potrà ripetere il ciclo...
Ma, dico: se provasse a guarire?

Non capiti. Ma se dovesse capitare, chiedetevi qualche volta 'a cosa serve' tenersi la malattia.
Mettetevi di fronte allo specchio.
Come ha fatto la Nina.
Magari riprendendo gli occhiali dal cassetto.

E senza mandare in giro le cognate.

domenica, luglio 5

Ricerca

luna a cinecittà

Percepisco l’incanto

ma ancor povera è la mano

e opaca la coscienza

Ci sarà un’altra volta

e danzerà più viva

la luce che hai seguito,

e quasi ti colpiva.


Di là dall’orizzonte

tu mi potrai trovare

non fra macerie sparse,

frammenti di parole

residui d’emozioni

che fan sempre rumore,

ma nel silenzio stesso,

nel palpito del mare,

in terra come in aria,

nel fuoco sacro al sole.


Si placherà il tuo vento

e tu potrai vedere

che quello che cercavi

son Io che sto a guardare.


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Un carissimo benvenuto ai nuovi lettori!

e a tutti auguro una giornata radiosa di gioia e di sole!



venerdì, luglio 3

A Lila piace... (passaggio ponte)

... il ponte tra ieri e domani.
Un ricordo scaturito da un viaggio sui ponti della rete.
Il momento in cui ti fermi sul ponte
a guardare il fiume che scorre.
Oggi.