venerdì, dicembre 31

Solstizio d’Inverno - BUON ANNO NUOVO!

(Osserva)

Festeggia il Sole, oggi, infante invitto:
nasce nel ventre nero dell’Inverno,
e a cuore impavido e col corpo fermo
d’Argo il timon, in rotta, mena dritto.
Siano tempeste in Primavera, o quiete estiva,
venti d’Autunno, o marea attesa a riva,

gli occhi perseguano la meta ambita
e alla trasmutazion, presto, pervieni;
ma una memoria, mentre viaggi (nel giaciglio), tieni
che l’aurea polvere prodotta in vita

innalzi, mentre a terra sono i piedi,
e con l’anima di fuoco al Cielo riedi.

(L’Opera inizia in Inverno e in Ariete).

                                                 Lila

Nel principio è la fine delle cose.
Un solo attimo di pace da ogni pensiero, da ogni emozione, da ogni movimento... Soffio sulla candela, mentre l'ultimo eccitato guizzo di fiamma si spegne, e in questo perfetto silenzio nasce un nuovo anno.
L'augurio per tutti noi, è che sia colmo di meraviglia; che ci si conservi la capacità di sorridere anche dopo una caduta; che non ci basti mai donare amore... perchè "tutto ciò che dai è tuo per sempre"!

giovedì, dicembre 23

Tanti, tantissimi Auguri!!!

 Carissimi lettori, nuovi e vecchi,
per augurarvi buone feste, quest'anno vi racchiudo nelle lettere di Natale, scritte agli amici falsamente lontani, di cui solo qualcuno incontrerò a breve, perchè, che strano eh? così come la mia famiglia è sparsa per l'Italia, gli amici sono diffusi nel mondo... 
Da questa allegra invasione...auguro a tutti voi un felice periodo di rinascita, nella nuova luce! 

21/12/2010
Hola!
 ti scrivo da una giornata di primavera ingannevole, con la sciarpa in tasca e le parole che ruzzolano sui rami spogli. Non è che un falso, perchè il freddo tornerà. Quando i babbi natali saranno scesi dalle mura, smettendo di farmi imbracciare il fucile per tirarli giù a colpi di palle di natale.
Natale mi piace. Mi piacciono le luci pacchiane, e le luci negli occhi, e gli occhi lucidi per la gioia e per un motivo un poco più triste. Lucidi, nel senso di presenti, anche se il presente di quest'anno è una morte, e va bene che oggi è il Solstizio e le cose riprendono luce, e il sole, già da santa Lucia, sembra brillare di più. 
Grazia è morta ieri, o ieri l'altro; non ha importanza, perchè non c'è più comunque; ed io non sono qui a contare i giorni, ma solo l'assenza. Sono felice d'averla ritrovata, anche se non vista. Almeno me la ricordo come quando eravamo a casa sua, a disegnare il ritratto di Marcello dalla foto. Chissà perchè, ma quando mamma me lo ha detto mi siamo tornate in mente io e te, nella casa di Grazia a Tenaglie, quella piana di finestre sul mondo. Con la foto di Marcello proiettata sul muro.
Quanti anni fa.
Allora ci credevo ancora, a babbo natale, quello vero. Quello che ha nel sacco il regalo che volevi, senza che tu abbia bisogno di chiedere. 
Adesso credo nelle streghe, che siamo noi, che intrecciamo parole come vele, perchè solchino il mare che ci separa fisicamente. E so che, anche se non li scrivo, i pensieri vanno in giro, pesanti sull'aria, lasciano un segno che ha una firma sotto. E tutto quello che sta nel sacco, quando lo tiro fuori, so che ce l'ho messo io.
Adesso credo nelle streghe, e nella magia eterna degli Amici, quelli pochi e veri che ti ritrovi anche se hai perso l'anima, anzi, magari te la trovano loro.
Adesso credo nelle streghe.
Soprattutto nelle streghe che ti ricordano di battere i tacchi delle scarpe rosse, per tornare a casa e abbracciare, vicini e lontani, tutti coloro che colorano la tua vita.
Tutti quelli che uniti con amore dalla vita, e alla vita, brillano alla fine dell'arcobaleno, come pentole d'oro.
Le storie, a volte, sono vere.
Ti abbraccio


Buone feste!!!
iniziando da questo giorno, in cui la luce rinasce e i cuori si innalzano, si liberano di qualche peso, e anche se si tengono una piccola sofferenza dentro, un ricordo incongruo, un sorriso funestato da un problema, i sorrisi e gli auguri spazzano via le ombre.
Almeno per oggi.

Buone feste!!!!
con allegria, con appetito, con un rumore d'abbracci scambiati. COn il passo lento di chi guarda le vetrine, per trovare un regalo e invece ritrova una lettera, un nome, un amico.
Buone feste!!!
da dentro la finestra del cuore, aperta per far circolare l'aria, senza memoria di quel che c'è da fare, ma solo di quelli che ci sono. Nonostante due anni che non ci si vede, come se fossimo sempre stati insieme.

Ti abbraccio con affetto
Tantissimi auguri!!!


Un saluto, un pensiero, un sorriso.
Amo le feste di Natale, perchè ci ricordano di ricordare; ci mettono appesi alla finestra, a contare nelle luci sui muri le lettere da scrivere.
Una volta erano biglietti e francobolli, ora ci affranchiamo con una e-mail, che forse non ha odore, che forse non devi leccare la colla, o imbrattarti di coccoina perchè il francobollo non attacca, ma si attacca comunque sullo spazio fisico tra qui e lì, e per un attimo sembra d'essere davanti al camino, con un bicchierino in mano, a scambiarci anni di ricordi. A mettere in pari le vite.
Pilota e copilota, quando uno quando l'altra, ma chissà come ci siamo rimasti vicini. Anche se io smadonno nel traffico di roma, e tu te la godi, amgari con la neve un po' meno, per le ridenti strade della Toscana.
Oggi ti porto con me, e ti auguro di divertirti e passare le feste in serena allegria!
con un abbraccio

mercoledì, dicembre 15

Lettera a Fidel (perchè Platone è morto)

Carissimo Fidel,
ti direi se fossimo ambedue del popolo, e lo siamo...
insegnami come si fa la rivoluzione!

Sappi che come Leader Maximo non ti posso approvare completamente, perché sono sempre stata sostenitrice della democrazia: del governo del popolo. Che forse hai un po' travisato, e pertanto molte cose fatte sono discutibili.
Eppure... eppure il tuo governo distribuisce gratis le medicine per il cancro, e passi per il tuo popolo con gli infermieri pagati dieci dollari l'ora, esentasse, s'intende (e ci mancherebbe!), ma vengono date gratuitamente anche agli stranieri muniti di cartella clinica del malato, che vengono fino alla tua bellissima terra, dove i poveri sono così poveri che non sanno nemmeno che esiste l'Italia. 

E' questa la via? dopo l'Embargo che a ragione avvinghiava il tuo paese, ma non è così che si cambia un governo, stai invadendo il mondo con il veleno di uno scorpione blu, che però, omeopaticamente?, sembra far bene. 
Il mio senso di SmilLila  per il complotto potrebbe anche pensare ad un preventivato sterminio, ma qualcosa mi dice che il comunismo ha il suo ben fare, come tutti i governi. Persino il nostro, che prima o poi, di destra o di sinistra o di Terzo polo che si tratti, provvederà di sicuro a smerciarci il farmaco; pagando, s'intende, ma solo per non aumentarci le tasse.
Mah! in fondo non è ancora certo che funzioni... però la tua rivoluzione si!
Ho conosciuto persone che ci vogliono tornare, a Cuba. Non so perché, forse è il richiamo della terra madre. Forse è che, alla fine, cinque libbre di riso al mese sono sufficienti come merce di scambio per essere curati gratis, anche se hai le braghe con le toppe. Seppure hai le braghe.

Carissimo Fidel...
Tu le classi sociali le hai abolite, almeno nel senso economico del termine (così mi dicono). Tutti guadagnano ugualmente, e possono studiare gratis, per la carriera che si scelgono. Poco importa se costringevi le hostess d'aereoporto a portare dieci centimetri di tacco, rovinandogli la schiena. Tu mica hai fatto il medico: hai fatto la rivoluzione.
Platone è morto ormai da tempo, ma anche lui poneva un ideale di città dove vi fosse ciascuno col suo ruolo, e la giusta paga.
Gli operai alla fine, devono essere soddisfatti, che siano sacerdoti o re, medici o giullari, sempre operai sono.
Lo vedi che qui da noi serviresti tu? I nostri operai scioperano così spesso, ed anche gli operatori sanitari, di volo, di mercato... che vien da pensare che qualche problema ci sia, nel nostro sistema liberista.

Carissimo Fidel...
d'accordo che Platone non amava i tiranni, eppure mi pare che in comune, almeno sulla linea di partenza, aveste entrambi a cuore l'interesse del popolo; se il tuo piano originale ha un po' deviato, il Filosofo d'altronde non ha mai portato a termine il suo!
Qui, invece, ci troviamo con un problema assai più spinoso di uno scorpione, benché forse, omeopaticamente, ce lo meritiamo (e arrivo quasi al punto): io eleggo un rappresentante, pensando che possa fare i miei interessi, in linea con un ideale... e quello mi suicida l'ideale (ma forse è eutanasia), volta le braghe, all'occorrenza double face e magari di gran marca, e se ne va con qualche altra corrente; come se quella antartica di questi giorni non bastasse.

Mi si ghiaccia il cuore.
E meno male che non si va alle elezioni, perché anche le dita ne risentono.

Carissimo Fidel. 
In attesa che tu venga ad insegnarci la rivoluzione, io continuerò ad occuparmi di quella interiore, sperando che basti e fidando in Plotino (allievo di Platone, ma ahimè già trapassato), il quale sosteneva che "agli dei bisogna farsi simili, non agli uomini dabbene. Non essere senza peccato, ma essere un Dio, è il fine".
La via è assai lunga, e non esistendo né Eurostar, né tanto meno voli low-cost, occorrerà del tempo. Nel frattempo terrò presente che nessuno, nemmeno tu che per la libertà hai lottato, pur dimenticando nel tempo la via per arrivarci, può cambiare le cose in alto se non le cambia in basso, perché sopra e sotto si equivalgono. Lo dice anche il Padre Nostro, che qualcosa di rivoluzioni ne sa: "come in cielo, così in terra".

Carissimo Fidel
senza andare a scomodare Quello, un certo saggio diceva "dalla comprensione di come si produce il disordine deriva naturalmente l'ordine".
 E, ancora: "la totale libertà interiore...esiste solamente quando non siete impegnati, quando non appartenete a qualcosa, quando siete in grado di rimanere completamente soli, senza amarezza, senza cinismo, senza speranza né delusione...".
Si chiamava J. Krishnamurti, ed è morto anche lui.
Ma io e te, allora, che futuro abbiamo?






domenica, dicembre 12

il Terzo polo- giochi di parole

L'Italia, lo sappiamo, è un paese di arbitri e di politici. Quelli che sanno sempre, col senno di poi, quale sarebbe stata la mossa vincente. E' il paese delle due corsie... più quella in mezzo; per intenderci ci sono sempre due corsie, e la terza è quella striscia bianca, in mezzo tra le due, che perchè diavolo l'hanno disegnata se non per indicare chiaramente dove mettersi con la macchina?!

L'Italia è il paese della terza opinione: quella del primo medico che ti visita, quella del secondo medico, e quella del fruttivendolo, che di solito viene accettata come vera... perchè se non lo sa lui che vende la frutta così buona e bella, quando è un osso ad essere bacato, chi lo può sapere? Mica l'ortopedico che insiste che ho una lombosciatalgia, e non una frattura senza essere mai caduto, nemmeno dal letto quando ero piccolo...

L'Italia è il paese del terzo polo. In America ci sono due partiti/schieramenti, in Inghilterra anche, credo che anche i precisi svizzeri ne abbiano due, uno per l'anticipo e uno per il ritardo. In modo che la media li faccia arrivare sempre in orario.
Ma a parte questo, perchè potrei anche sbagliarmi, quello che conta è che abbiamo passato svariati anni ad anelare e forse a costruire due Poli...politici, per accorgerci adesso che non siamo ancora pronti: ci serve la corsia d'emergenza. Ci serve  non quell'aurea mediocritas di cui si faceva un certo parlare di recente, ma l'arbitro a casa: quello che vede il fallo che non c'è, o il colpo di mano che è sfuggito anche al terzo uomo... che sul campo ci sta davvero.
Non è, badate bene, la striscia bianca della mezzeria, o il terzo pilastro dell'Albero...

Io, per me, lo cerco per necessità, perchè di partenza, sono nata doppia. Sono nata per me e per gli altri, a cavallo tra due giorni, di un segno doppio, con l'ascendente a zero gradi Acquario, tanto per avere influenze anche dal Capricorno, quindi per Dharma (destino), se non voglio perdermi mi tocca stare in mezzo.
Su quella striscia bianca... e magari fossi un ago della bilancia, invece ho delle opinioni e delle preferenze, e una volta sono bianche e una volta sono nere, ma mi serve che il pavimento sia a scacchiera, altrimenti le cose, mi pare, si complicano un po' troppo.
E con l'andar del tempo scopro che quando hai fatto una scelta non è che puoi passare repentinamente all'altra, quella che avevi scartato. Hai una scelta nuova, e non è mai la stessa che non hai fatto.

Il pavimento, infatti, è in bianco e nero, e le mattonelle della scacchiera si avvicendano, unite da quel filo su cui sta in bilico il Testimone.
Quello che se ne sta ad osservare non dal terzo polo...politico, ma da quel terzo pilastro che caratterizza l'Albero della Vita, e che convoglia l'energia di destra e sinistra innalzandola sopra se stessa, e non costituendosi come parte a sé.
Ma costituendo un Centro, in sé.
Dove far arrivare la freccia scagliata.

domenica, dicembre 5


"Est modus in rebus, sunt certi denique fines
quos ultra citraque nequit consistere rectum" (Orazio).

C’è una misura delle cose, vi sono certi limiti, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto.

giovedì, dicembre 2

Vivere una favola

Non c'è niente da fare. Gli italiani sono un popolo romantico, o forse romantico è lo spirito della razza umana. Romantico fino alla stupidità, a volte, e quelle volte ci sono dentro anche io. 
Per questo sono state inventate le favole, ed il complesso della crocerossina. Di ciò si soffre, perchè è complesso, non per altro, ed assolutamente sopra le nostre energie: è assurdo (il che non concorda con le Favole che sono realizzabili) credere di poter cambiare qualcuno che non ha intenzione di farlo. 
E' come dargli lo sfratto, solo che non se ne ha nemmeno l'autorità. E quello, per protesta, sale su un terrazzo con tanto di striscione, silenziosamente si siede nella sua posizione, e il "complesso della crocerossina" finge di credere che il silenzio sia una risposta di ascolto che prelude al cambiamento; invece è solo una gandhiana risposta ad una imposizione. Col tempo, si vedrà.

L'altro sogno, credendo d'esser desti, dell'animo romantico è la favola del principe e del povero. Ma lo scambiar di posto avviene tra noi ed una illusione, che è per lo più l'immagine pubblicitaria. Così  ci mettiamo al volante d'una bella macchina, con i capelli lavati da "Lorealperchèiovalgo", e  mischiamo l'odore della nostra pelle, quello che ci rende inconfondibili al partner, alla mamma, ai cani da punta, all'odore che qualcuno ha inventato (che so... "One"), anzi di qualcosaltro ... che non ci appartiene; con due gocce di Chanelnumerocinque (ce l'ho, eh!) che mi fa sentire tanto Marilyn Monroe, immagino d'aver valicato il confine tra il povero e negletto me stesso e quello gonfiato come un muffin di coloro che, avvinti per pari opportunità dallo stesso problema d'identità, hanno però conquistato le prime pagine dei giornali. Da lì sorridono, o diffondono il nuovo argomento di conversazione, spandendo pseudoinformazioni che sembrano piuttosto pettegolezzi, ma che comunque una eco la hanno e rischiano di irritare la libertà. O chi, a livello giuridico, la libertà concede.
La fiaba più antica del mondo, però, è quella di Cenerentola. Con annessite e malattie limitrofe.
Colti da sacro furore ogni volta che un William sposa una Kate, o una Diana un Carlo, o una Sirenetta il prorpio Eric (ma questa è una Favola vera, e quindi... è già un'altra storia), sembra che ci si illuda che si possa trovare un incontro tra due mondi e viverefeliciecontenti, ignorando beatamente che nel mondo irreale su cui gioco oggi, esistono anche le suocere, i datori di lavoro (precario, interinale, a progetto o magari anche a tempoindeterminato), le distanze tra Torbellamonaca e piazza di Spagna, che in termini di traffico possono essere paragonabili anche ad una Roma-NewYork... a nuoto.
Ma soprattutto le suocere.

Il fatto riguarda ovviamente una mia paziente (cfr. il mio complesso dell'infermiera); devo dirlo, il nome della sua malattia è di quelli che mettono paura, niente da invidiare a personaggi famosi che magari ci si tolgono anche la vita a novantacinque anni (ma che senso ha?). 
La povera ragazza, e qui povera ha la prima valenza del vocabolario e non qualche fine compassionevole, ha dimenticato di sposare la suocera. 
E la sorte, da cui nessuno può scappare, l'ha messa a vivere proprio vicino alla impicciona e sovrastante madre del suo futuro marito. Così lei, da tre anni, si porta a spasso un dolore incoercibile perfino alla morfina, tanto per dire.
Quando l'autore della storia (che sia Dio o l'inconscio poco importa) decide che qualcosa non va, direi che forse è il caso di capire se siamo l'eroe che parte, o la principessa che siede ed aspetta; e magari credesse d'essere almeno Rapunzel!

 La favola finisce comunque che "vissero felici e contenti", perchè alla fine ci comportiamo sempre in modo da fare la nostra "felicità"... per quanto assurdo e autolesionista possa sembrare agli altri (cfr. complesso dell'infermiera).
Ma il seme è nelle protesta sul terrazzo, con tanto di striscione o occhialini rotondi per guardarsi bene dentro... Su quello striscione, stamattina leggevo... 

                  « ...Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo »

Mahatma Gandhi