mercoledì, marzo 6

Sse l'avesssi ssaputo prima...

Quasi quasi mi morderei la lingua, e tutto finirebbe prima di iniziare...ma come dire, non ci riesco, e una volta scoperto che "hai un'adernza in alto", proprio lì dove la lingua avrebbe bisogno di libertà per esprimerti, puoi decidere di fare due cose: chinare il capo e procedere come sempre, o prendere la solenne decisione di cambiare la tua vita. Come quando accade, e giuro! accade, che qualche "coincidenza" cambi le carte in tavola. Sarebbe da sciocchi non approfittarne per voltare pagina, o magari semplicemente iniziare a raccontare.

L'ho avuto "sulla punta della lingua" per molti giorni, questo post, e ora prende già una piega diversa. Le lettere che prima pronunciavo con indifferenza, si attaccano inseguite dall'attenzione, sul palato, nella gola, sui denti; si arrotolano placide nella lingua, si impuntano più lungamente tra le labbra mentre me le gusto.
Non le parole, le lettere. Non le lettere non scritte, ma proprio quelle piccoline come Bi, di baciare, Di di dolcezza, Elle di lontano, Gi di giocare...e naturalmente, la essse di ssincerità, ssstupore, ssorpresa...Sssi.

L'avevo sulla punta della lingua mentre l'ho "tenuta a freno", almeno per certi versi; perché chi mi conosce sa che posso parlare per ore, attorno a un argomento, ma così attorno che alla fine mi serve una mappa per ritrovarlo. E riesco a tornarci, ma è sempre tutto diverso d prima, e così posso ancora avere da dire...Ore e ore e ore.
Invece, sse l'avesssi ssaputo prima!

Oh ssi, mi ricordo gli scioglilingua che mi facevano fare: "trentatre trentini andavano a Trento tutti e trentatré trotterellando" "sopralapancalacapracampasottolapancalacapracrepa", "Sa chi sa se sa chi sa, che se sa non sa se sa, sol chi sa che nulla sa, ne sa piu di chi ne sa"... Erano un gioco in cui scivolavo con la mia esse moscia, la "sseppola" fischiata appena, che mi sono portata appresso per anni, forse per questo senza aver saputo mai dire prima con assoluta certezza: "sono al sicuro", "sei speciale", "sentimento" e soprattutto "SI!".
Ho detto sempre NO, perché era più semplice. Anche quella volta che...: "ma tu mi sposeresti?"... ehm.. e ora come glielo dico?.. beh, fa niente:"No".

Certo, lo so che non sarei stata felice, ma si fa per dire. E' cominciata così, e sono ancora qui con tutte queste curve che mi cambiano la vita, ad ogni SI che non sapevo dire, forse un po' più lontana dalla meta; forse un po' più vicina, ma sempre in scivolata, che ho paura che quando arrivo non riesco a fermarmi.

E poi un giorno c'è stato un balzo, che mi ha cambiato la vita come le coincidenze incredibili dei film. E ho deciso che avrei preso il toro per le corna e sarei andata avanti; era tutto lì pronto, con i miei guai da scavezzacollo, e il mio collo che ha retto mentre un altro si è rotto. Ho fatto un salto. E l'ho detto bene. E poi, a terra, mi sembrava tutto così facile, ma allo stesso tempo perdevo equilibrio sulle cose... "tutto o Nulla"... si, ma se non fosse solo così, mi sono detta? Se esistesse un modo...un modo per dire non "stai fermo", ma "stai bilanciato?" 
Ho cercato, e ho trovato come cambiare punto di vista: mI metto sulla tavoletta oscillante, sstufa di ssstare male, e di andare per dottori, e insomma i ssoldi, con quante esse li dici, mi piace usarli per viaggiare e molte altre cose.

Quindi... mi metto sulla tavoletta, e scendo molto più in forma, ma non mi basta ancora.
Decido di affidarmi ad un collega, che per un "ciabattino" si sa che è una impresa già di per sé abbastanza eroica.
E il buon amico, mi fa scoprire questo nodo, quassù in alto, fra tutto quello che ho dentro e tutto quello che viene da fuori. Lascio che mi tratti, e poi mi tratto meglio, esercitando questo muscolo speciale, con tante radici embriologiche e cinque nervi che la innervano; e non sto a dirvi altro.
Salgo sulla tavoletta con la lingua "a freno", ma questo significa ora che sta nel posto giusto. E scopro un nuovo equilibrio. Fisico, si, ma che riflette e mi fa riflettere su altro.
Salgo sulla tavoletta e mi diverto, a occhi aperti in equilibrio perfetto. Faccio la linguaccia e resto ancora lì; sorrido, con una esse sola.

Chiudo gli occhi, e ho ancora qualche dubbio..oscillo, mi riprendo. Apro gli occhi e sorrido sempre, con due esse: una per sorrido, una per sempre.
 Mentre a sognare magari me ne tengo ancora due, così posso farlo più a lungo.
E penso... chissà che sarebbe successo se l'avessi saputo prima... ma la prossima volta, saprò dire "stringimi", invece di "vai", "seguimi" invece di "ciao", e magari, anche "SI".