Due vite già abbiamo vissuto
o forse anche più d’un milione
e nell’apparente distanza
d’un tempo ch’è vaga illusione
ancora un milione di vite
si sono, gioconde, stipate.
Lanciati ci han molto lontano
magneti di carica uguale,
oppure due sassi in un volo
eterno, per meta distante.
Però, nonostante le scelte,
le cose già fatte, già dette
in sogno io so cose, sai,
che sveglia non vidi, giammai!
e adesso, chè l’ora, che conta
ritorno da ieri, per te.
E sol nella mano mi tengo
il cuore un po’ arido, stanco,
ripreso dal letto di spine
sul quale ha giaciuto gemendo
credendosi a morte colpito,
dai colpi che alcuni m’ha inferto.
Cantato ha un dolore infinito
amando lo stesso suo pianto,
ma, scorse le lacrime amare
lavato è lo sciocco rancore,
svegliata la forza soppressa
nel macabro autocompianto.
Mi levo così, e la mia voce
sommessa, ma chiara e serena
al cuor tuo rivolge una prece:
ti prego, fratello, perdona.
(a tutti coloro che in qualche modo, involontariamente, feriamo nella vita d'ogni giorno)
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