martedì, dicembre 31

amar cor - ama 'r (il) cor _BUON ANNO NUOVO!

Non finisce proprio così... ma qui comincio:

DICEMBRE, 25:
Core amaro: cerco con gli occhi tra le finestre dei rami nudi, come se lì in mezzo ci fosse l'altra parte del mio cuore...ma non si vede la metà di nulla. Figuriamoci la meta: spogliato d'altri petali, quel pezzo che è rimasto non è certo più leggero.
Eppure mi sembrava d'essere ancora tutta intera, anima mia, anche se mi sono sparsa in giro;  mi rimbocco le maniche, già da sempre troppo corte (ho le braccia lunghe..che ci vuoi fare) che mi fanno venire freddo ai polsi.. o forse a questo mezzo cuore, e inizio a cucirgli una veste di ricordi brevi, per tenerlo al caldo.

Meno crudele e meno esplosivo dell'altro, quest'anno recita la "fine" di una amicizia ventennale: è un finale, intendimi, non di quelli che chiudono veramente. Sappiamo sempre di esserci, io almeno so di essere qui... ma credo che, come lei ha già fatto, chiameremo qualcun'altro (almeno "prima") se avremo bisogno. C'è questa chiusa, quindi, in sordina, senza nessuna lite, senza nessun arrivederci: come se fossimo due personaggi che spariscono dalla storia che l'occhio sta seguendo senza che alcun altro se ne accorga: sul palcoscenico resta solo la coscienza d'aver preso strade che si allontanano,  strade in cui abbiamo alzato il telefono per altre chiamate, lasciando scritto, come sibilato dal suggeritore, un messaggio breve di auguri, e 'l'immenso silenzio che segue ilsapere di non aver altro da dire oltre a quei "Tanti auguri, e felice anno nuovo".
"danke, ebenfalls".

SETTEMBRE Core stanco, prima della vacanza in solitaria. Mi inseguivo sulle le mappe, quasi a mettermi avanti e poi trovarmi lì, cercando di fare in modo di passare a raccontarmi qualcosa; e a lasciare a te un regalo che duri per sempre, e a lasciarti andare un altra volta, mentre me ne andavo eretta, con tutti quei battiti in petto (eh, si, la tachicardia)  cui ne manca sempre uno.
Non sapevo se ce l'avrei fatta, non sapevo come trovarti, salvo allo specchio ogni mattina, e poi ero lì, e dicevo qualcosa contro il muro dove stava il viso che ricordo... e l'uomo sotto la scala mi raccontava delle cose, e sembrava che stesse piovendo. Forse perché frusciavano i cipressi, o erano quelle ali che ci stanno proprio sulle spalle, anche se io a volte dimentico ancora di usarle.
"And now we standing face to face, isn't the world a crazy place"?
Ce ne siamo andati da lì col cuore pieno. E non era tanto pesante.

 Ma prima c'è stata tutta una estate di sole, qualche interessarsi accademico per altri volti, e molte volte il curvarsi verso gli altri a mani tese, ascoltando tutti i piccoli sussurri del mio mondo chiuso ai telegiornali e alle notizie, se non quelle che mi vengono all'orecchio per necessità.
C'è stata molta accademia quest'anno, come se potessi così mettere a riposo il mio solo muscolo involontario, per trovare alla fine un accordo.

E sul finale ecco che qualcosa è sembrato accordare tutti i piccoli dolori e i piccoli piaceri di questo anno, ruzzolato via come un ammasso di pietruzze, in un ticchettare quasi musicale di lune-marte-mercole-giove-vene-sabatodomenica, lune-marte-mercole-giove-vene-sabatodomenica......
 Nuovi personaggi son scesi a sorpresa tra le battute, battendo i tacchi o i tasti, e aprendosi un posto nel copione poco originale di una qualsiasi (- ? -  maddai, si fa per dire!) fine anno... spiegando (non ti pare?) l'abitudine all'artificio dei fuochi: rappresentare la festa degli eventi accaduti, che dirompendo evaporano senza lasciare traccia, se non quel sorriso che, fin da bambini, facciamo nel vedere i fiori lassù nel cielo.


Ecco... Aspettando con gli occhi in alto, raccolgo in una volta sola tutta la mia gratitudine ed il cuore sparso, espanso, in compenso,  preparandomi a innalzarlo per l'ultimo brindisi, e poi lasciarlo andare.

Ci verso dentro quella volta a Matera, che, lavorando, mi sono guadagnata una cena a vino, chiacchiere e formaggio con il miglior amico di una sera.
ci metto i fruscii di lava sul dorso dell'Etna, l'accompagnamento di tastiera ai nostri pensieri quando dialoghiamo con le persone lontane, il bagno nel mare in un'alba di spuma dorata, le voci stonate a cantare con gli amici sulla spiaggia; le corse nel traffico per arrivare in tempo, il tempo preso per rimanersi accanto...
nel calice, o nel cuore, c'è un grazie agli amici di prima,
a quelli che non sono più "boni amichi come prima",
c'è il grazie a tutti quelli che erano amici da prima di conoscerci,
a quelli che a conoscerci siamo più che amici, fratelli.
C'è il Grazie a mio fratello e alla mia sorella-cognata, ai miei carissimi genitori, alla mia nonna che a vederla, non sapresti mai quanto è grande, visto che sta diventando piccola piccola, il grazie a tua sorella, alla mia nuova amica, alla mia buona vita.
Un grazie agli amici di un solo sorriso, di un buon giorno, di una sera, di una conversazione con abbastanza parole, di un testo che non basta a raccontarci, di un racconto che non sai quando finirà, di una fine che..
eccola, sta tutta qua.
E..non è altro che un inizio...
raccolto tutto in una sincronia che non sapevo più sentire: si svuota..si riempie, si spezza, si cuce... si stanca e si lancia, aspira e sospinge.. Ma ci sono tutti i battiti, e le battute, e...
i miei più cari Auguri di felicità, piccole e grandi, di carezze, di mete e di metà, di interi e di vuoti, di ritrovarsi e perdersi insieme...
nel Bene, con senno, allegria e tanta serenità!

Tra i rami, gli occhi si impigliano ai nuovi boccioli, e se quel pezzo (di cuore) che si vede è certo più leggero, il resto non si vede, non perché ci sia solo metà,
ma perché guardo solo un lato, dal centro di un intero.



2 commenti:

Madama Dorè ha detto...

Bellissimo augurio, per tutti gli amici. Per te un augurio che il cuore possa cantare felice. Felice anno nuovo

Lila ha detto...

Un augurio di amore e luce che ti circondino...e il mio infinito grazie!
Buon anno nuovo, madama Dore'