sabato, luglio 28

Da Aurora Distefano

Sai, la vorrei mettere anche io una bella foto della luna che si eclissa, come se potesse raccontare l'emozione del sentire di ieri... Il lato oscuro di quel meravigliarsi  all'alba guardando sorgere il sole dietro le montagne, con le nuvole che lo precorrono accarezzate dai raggi che sfuggono come il primo soffio di un vento leggero, che poi diventa tempesta...

Sai  la vorrei una foto di quelle che mi stringo la mano da sola, per quanto è bella, per dire che con uno dei miei amici di sempre, ci siamo seduti anche in silenzio perché tanto cantava la luna, e il mare sembrava zitto zitto finché non lo cercavo con l'orecchio, e allora lo sentivo applaudire composto, alla bella del cielo che si lasciava mettere in ombra...

Sai, non è perché ho portato la reflex con la batteria scarica, che lo so che non l'ho caricata perché mi conosco, e ci speravo che non funzionasse per non distrarmi dal cielo. Non è per questo che non la metto in questo cielo la foto di ieri, perché si sa, ne ho fatte..

Sai, lo vorrei, ma per questa volta lo scatto migliore che rappresenta la percezione di infinito, l'amore dell'essere "da solo a solo", la percezione del minuscolo nel moto immenso che quasi gridava sul cuore taciturno facendosi percepire anche con i regazzini che strillavano fra i resti della grigliata in spiaggia....
lo scatto migliore è stato l'esitare del dito sull'obiettivo, l'alzare lo sguardo dalla focale mettendo a fuoco la mano del destino che seguiva il velarsi della luna come se fosse l'obbiettivo di sé a farsi prima rosso come un desiderio, e poi pian piano chiaro e brillante...

Lo scatto migliore, sai, è stato restare nell'attimo, impressa come una carta sensibile... E morire senza attesa ad ogni istante in cui l'io si è eclissato, lasciando solo il testimone che ricerco tra le parole di oggi.

Lo scatto migliore è stato, e adesso è qui. Eterno.

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