domenica, settembre 26

Mal di Londra (2)...l'anno dopo-terza parte

Sabato mattina ci separiamo, io e i ragazzi.
Si sa, certe cose sono fatte per piacere alle donne, i palazzi reali, per esempio, e certe altre agli uomini (almeno a loro due): i negozi di fumetti.
E di fatto, dopo la consultazione serale davanti ad un piatto di fish&chips stavolta ben digerito, fissiamo un appuntamento sotto l'Eros di Piccadilly Circus e ci diamo la buonanotte con la promessa di cucire i rispettivi spin-off alle sedici del giorno seguente.
Mattiniera come sono, alle nove menon dieci sono già sul vialone che costeggia Buckingham Palace, con la camminata a balzello, che non facevo da vent'anni, e cantando "painting the roses red". Mi mette una tale allegria addosso, che il lieve freddo del mattino si scioglie prima che arrivi al piazzale illuminato dal sole.
Acquistato il biglietto per il primo ingresso, vado a cercare un cestino dove lasciare l'inevitabile bicchiere svuotato dal caffè, e inizio davvero la giornata...
L'audioguida fornita gratuitamente, si fa per dire visto quello che costa il biglietto, trasforma i turisti in una piccola silenziosa fila e, complici del mio rapido ingresso, i tappeti morbidi fanno il resto. Così trovandomi a volte sola, ed a volte semplicemente dando le spalle, mi diverto a zittire la guida, e camminare in silenzio, perdendomi consapevolmente nell'immaginazione: non cammino più, incedo.
Gli ori sono eccessivi, così tanto che alla fine paiono belli, e zittiscono e aprono il passaggio degli occhi attraverso le finestre, nel parco, verso altre pareti del palazzo. Custodendo in memoria ciò che non si può fotografare,  mi soffermo dinanzi alla collezione artistica che include Canova e mi lascio condurre oltre da un bellissimo Mercurio, che attende in cima ad una scala.   

Fuori da lì il mondo riprende i suoi frammenti e si esercita a riportare i suono nelle orecchie, incitandomi a identificare un rullo di tamburi come reale, e non immaginato. Ed è proprio Reale! Mi imbatto infatti casualmente nel cambio della Guardia, divertendomi a veder sfilare i soldati, dato che è davvero impossibile riuscire a vedere la cerimonia. 


 Passando per Pall Mall proseguo verso la National Gallery, e dopo aver interpretato la Regina lungo  i corridoi di Buckingham Palce, qui mi concedo un pezzo di bravura...
Prolungo la contemplazione della Vergine delle Rocce, mi perdo nei dipinti di un certo Perugino, o di quel Raffaello dai volti gentili; affogo nei colori sgargianti di Van Gogh e fuggo nelle polverosità soffuse dei paesaggi di Monet...


... poi torno al mondo, ed inizia la recita. Beh, insomma devo andare in bagno, ma quando ci arrivo la fila e lunga e non mi sento di attendere. Mi guardo intorno, e non vedendo pretendenti mi infilo nel bagno dei disabili. Mi concedo anche un lavaggio dei denti, mi sciacquo il viso e bella rinfrancata apro la soglia per tornare nel mondo delle favole... e mi vedo davanti un anziano signore col bastone, che mi squadra dalla testa ai piedi, con aria di vago disappunto.
E io sono lì, con la mano sulla porta,sentendomi imbarazzata fino al midollo per la prolungata occupazione... ed è tutto un attimo. Inizio ad avviarmi alle scale zoppicando vistosamente, e con una lieve smorfia di sofferenza in viso (è il senso di colpa!); lì giunta, certa che nessuno mi veda, applico una lenta trasformazione alla "Kaiser Soze" ne I Soliti sospetti, riprendendo lentamente una deambulazione normale, salvo riprendere la zoppia non appena mi pare di rivedere l'anziano signore.


 Vari giri nei paraggi e un autobus più tardi, raggiungo il luogo dell'appuntamento e me ne resto in riposo ad osservare la gente che passa, scattando foto in sequenza e rivedendo con gli occhi della mente le viuzze odorose di spezie di Chinatown, l'assembramento chiassoso di Covent Garden, le graziose decorazioni di Charing Cross, e quel pezzo nero della mia anima che occupa il bagno dei disabili!

La serata si conclude con un piccolo shopping :i ragazzi tentano invano di superare le trenta sterline di spesa nel solito negozio,mentre io tento di fuggire dal negozio della Clark's:  sono rimasta l'unica cliente, con la serranda ormai abbassata e cinque commessi che mi guardano in cagnesco sperando che compri delle scarpe che però, nonstante ci sia solo io, non riescono a portrmi! Bofonchio la solita scusa del cliente fuggiasco ("torno domani") e riesco a sgusciare fuori. Appena in tempo. La commessa arrivava con le scarpe, ma non avrei mai avuto la lucidità di non comprarle, se non fossero andate bene, viste le facce degli altri!

 Attraverso Soho torniamo in hotel, e poi a cena. Dove i racconti del giorno e i progetti per il successivo annebbiano lo spropositato conto dell'Indiano.Infatti lasciamo che 'faccia lui'... e alla fine noi facciamo cento sterline in tre!



4 commenti:

maria rosaria ha detto...

ciao lila, che belli i tuoi resoconti turistici. mi hai fatto ripercorrere momenti e atmosfere vissute un po' di tempo fa. insomma sei passata da regina a claudicante... un bel salto!
baci e ben ritrovata!

Mobu ha detto...

...io mi sarei fermato a prendere due FISH eenn CHIPs. :))
Mobu

albafucens ha detto...

.. sempre più emozionante questo viaggio alla scoperta di Londra :))
e mi piace come di dedichi a narrare anche dei più piccoli particolare.. la ricerca del cestino per gettare il bicchierino..
sembra di essere lì..e di sentire il click della macchinetta fotografica che veloce cerca di catturare quant più attimi possibili

delizioso post e deliziosa tu * . *

Lila ha detto...

@ maria rosaria
grazie. Sono felice di riuscire a rendere l'entusiasmo che provo nei viaggi..e di nuovo ben ritrovata a te.

@ Mobu
... e di fatti l'ultima sera s'è fatto così. Un fish e due chips!


@albafucens
cara alllbafucens...
credo che siano i piccoli particolari, che fanno il viaggio. Lo rendono più nostro...
un abbraccio