lunedì, maggio 23

La gioia piccola d'arrivare secondi

Sono l'ottavo di sette fratelli...... se arrivo tardi che colpa ne ho...
Così cantava un bimbo, tanti anni fa.

Non lo eguaglio, sono seconda di due, e fra l'altro arrivo sempre prima, perché mio fratello ha il ritmo lento del volo planato, io, quello frenetico del colibrì.
Sbatto impazzita, a volte, per uscire dalle gabbiette che mi impongo, ma prima o poi, lui il cane (si fa per dire) e io il gatto, passerò dal buco della serratura e scoprirò magari che non c'era nessun bisogno di affrettarsi ad uscire.

Che se voglio posso avere, eh già, in un secondo tempo, il tutù rosa da danzatrice che non ho mai avuto, anche se adesso potrebbe somigliare più ad un abito da salsa; come seconda, avevo a volte le sue tute usate, quelle di una volta, fatte per durare oltre alle cadute sui ginocchi: Avevo la felicità di imitare mio fratello in tutto: dall'aikido alla scuola superiore, fino a salire sugli alberi (ma chissà come mai, non sapevo seguirlo a scendere).
Ciascuno ha avuto, ed ha, le proprie eccellenze; la mia è quella che "mi sta in cagnesco" perché le sfuggo scherzosa o impaurita, non appena mi s'appressa, fingendo o sperando di tornare nel mondo delle persone normali, che non si preoccupano di quando e dove sia iniziato il mondo, perché credono che ci sia un qualche papà nel cielo, che si occupa di tutte le cose.

Avevo anche io, il mio papà in cielo. Faceva lo steward.
Ed era assai più facile credere che sarebbe tornato sempre a casa, con dei biscotti o le sue storie, piuttosto che aspettarsi una chissà quale mano divina, che avrebbe messo caramelle nelle calze. A bambino Gesù, che portava i regali, ci ho creduto, questo è vero. Tuttavia con l'enorme dubbio etico, del come si procacciasse i giocattoli. Credo sia stato un sollievo, quando mio fratello mi ha rivelato la verità!

Il complesso stato dell'essere seconda, però, è sopravvissuto a tutto questo. Ero la seconda più brava della classe, la seconda a prendere la patente, la seconda scelta quando qualcun'altro faceva le squadre di pallavolo. Così ora ho la passione per le auto di seconda mano, e per quelle prese a nolo. Ma provo ad esorcizzare; la mia auto (di seconda mano) è passata a mio fratello, e dopo che mi ha prestato lo scooter, direi che gli darei volentieri il mio, che non fa rumori sinistri, ed anche destri, anche se essendo più grosso è molto meno maneggevole nel traffico. Acquisto cose che non sono appartenute a nessuno, e possibilmente anche abbastanza originali; cerco l'idea che nessuno ha avuto quando interpreto una qualunque Divina Commedia. Cerco anche di salvare il mondo.
Ma nella speranza che ci sia qualcuno che arrivi prima di me, (tutto, sarebbe troppo) mi limito a provarci con quello attorno.
Come una canna nell'infuriare del vento, come un fuscello nella corrente, sfrutto la forza del suo precipitarsi addosso... e lo assecondo.




P.S. comunque...allla fine, come ogni buon sarto ha i suoi riparatori, mi par di vedere che ci sia Qualcuno che ci mette una pezza!

5 commenti:

Madama Dorè ha detto...

Bellissimo post. Anch'io trovo che sia un gran sollievo non avere il complesso di Atlante (non sentirsi costretto a portarsi il mondo sulle spalle)e correre col vento alle spalle e qualche volta contro... ma ero l'ultima dei figli di mia madre... In genere sono i primogeniti a sentirsi responsabili per tutti.Buona settimana.

Unknown ha detto...

ecco appunto. Madama Dorè mi ha anticipata. I secondogeniti possono viversi il malessere di essere secondi (o cmq di arrivare dopo qualcuno), ma i primogeniti si sentono responsabili per tutto e per tutti. Confermo. Come chi è riccia vorrebbe esser liscia e viceversa, nessuno sta bene al 100%nella propria pelle (almeno non sempre). Ti abbraccio

albafucens ha detto...

io sono seconda di tre ^ __ ^

.. e anche se avrei forse le potenzialità per arrivare perchè ho un buon ritmo, però mi rallento sempre un po'.. perché il numero uno.. così ritto, impettito mi ha sempre messa in soggezione ^ __ ^
mentre il due o tre curvano leggermente e in loro mi riconosco maggiormente e sento a mio agio :)

.. anche io come te ricevevo i suoi vestiti ma da mia sorella :) .. che a sua volta spessi li aveva ricevuti da mia zia

ad essere prima non ci ho mai provato, ma credo anche io che venire dopo.. forse un tantinello mi abbia magari premiata

bellissimo mi piace molto come ti sei raccontata, è una figura genuina e sincera quella che ne esce fuori

un abbraccio

Angelo azzurro ha detto...

Io sono la quarta di cinque. A casa mia ognuno ha dovuto conquistarsi uno spazio da sè. Non c'è mai stata competizione e poca anche condivisione perchè ognuno navigava per conto suo. Strana famiglia la nostra...

Lila ha detto...

Parafrasando Albafucens,
a me piace come ciascuna di voi s'è raccontata!

@ Madama Dorè e TuristadiMestiere
...visto che vi siete rubate le parole di bocca ;)
a volte sono i primi, si, a sentirsi responsabili. A volte non solo loro :)
Un abbraccio, ad entrambe, rubato dalle file di quelli che sono prima o dopo di noi

@ albafucens
erano altri tempi, quelli in cui si passavano le cose..e si prendevano da chi c'era. Tuttavia avevo le mie cose da bambina, ma per sbaglio, o per destino par ch'io debba essere sempre su una linea di mezzo.
E mi pare che vada bene così :)
un abbraccio per te, alla poesia delle tue parole.


@ Angelo azzurro
si, strana famiglia la tua. Sarà che la mia è molto unita, e si, un po' di competizione c'era, ma solo per l'affetto dei genitori, che grazieaddio, era sempre ben distribuito!