Sole sul silenzio |
Ci addentriamo nuovamente nei vicoli, mentre la città se ne sta acciambellata come un gatto, ancora assopita: le saracinesche son le sue palpebre abbassate, e si rigira al suono dei nostri piedini turisti, come vagamente infastidita dal pigolio enfatico con cui oltrepassiamo ogni spigolo.
Svegliandosi pian piano |
Siviglia, quasi di primo mattino |
Tra la Cattedrale e Starbuck's, c'è un Caffè dall'aria invitante, così ci sediamo per gustare qualcosa di tipico (più o meno) prima di infilare il grande portale che ci conduce nelle infinite altezze del gotico, ben noto ai frequentatori delle città della Francia, e che qui sembra un transito fra sé, e il Mudejar che caratterizza l'affascinante Alcazar.
Purtroppo ci scacciano dal Tempio prima che si possa visitare la Giralda, a causa d'una cerimonia, e ci consoliamo pensando che torneremo, più tardi o quel lontano, ultimo giorno di vacanza, in cui ormai abbiamo stabilito di tornare proprio a Siviglia.
La Giralda |
Non saprei proprio cosa mi aspettassi, ma qui non solo "i bambini fanno OH, che meraviglia"!
Saliamo scale azzurrate, ci incastriamo tra riflessi e finestre, corriamo con gli occhi tra sottotetti e decorazioni, con la percezione che si espande senza perdersi; se ne va attraverso le ondulazioni, gli intrecci, le parole coraniche incise, rilevate, colorate, incastonate, e torna, come abbracciata dagli stessi.
L'arabesco ha la capacità di essere sia circoscritto che espanso, attraverso quei vuoti che lascia in se stesso.
Ben diversa, l'arte barocca che in un certo senso è altrettanto colma di se, ma presuntuosa ed esagerata. Questo stile ha la dignità d'una ricca signora che si mostra senza ostentare. Come se avesse una semplice collana di perle, una perla sola, anzi, su di sé, che racchiude in se stessa il mondo che vi si specchia.
E la mano del vasaio.
La giralda affacciata sull'Alcazar (riflessi) |
Alcazar, interni |
Alcazar |
geometrie imperdibili (Alcazar, Siviglia) |
Attraverso la finestra |
Alcazar, i giardini |
La visita prosegue, attraverso cortili, giardini ricamati di fiori, portici sospesi fra il cielo e le buganvilles rosa, che ne assediano i contorni.
E non manca l'intermezzo romantico, che spinge a rubare un attimo intimo, come se quella piccola finzione della foto potesse raccontare dei sogni romantici d'ogni passante, ma soprattutto i nostri.
i baci rubati |
L'unica soddisfatta alla fine è Lo', che acquista dei graziosi (e il seguito dirà, anche pericolosi) sandaletti neri, per sostituire quelli che fino ad ora l'hanno lasciata sempre un passo indietro, o altrove, rispetto a me Madama Dorè.
La serata si chiude con un bel tramonto sul Guadalquivir, che già naviga il nostro immaginario, controcorrente verso la prossima tappa.