mercoledì, giugno 22

Aprire la valigia (mantenendo l'ordine - seconda parte -)

Scendendo in strada
Così, il primo giorno di viaggio, io Madama Dorè e la mia amica Lo' siamo arrivate a Siviglia, con ancora in mente l'immagine, ma già iniziava a mutare, degli specchi dell'aereoporto.
Ci riforniamo di cartine all'Ufficio del Turismo dello scalo sivigliano, e saliamo sul primo taxi, lasciandoci presto alle spalle le remore linguistiche e iniziando ad interrogare l'autista, lietissimo di farci da cicerone, sulla quantità di piscine intraviste dall'aereo, e su poc'altro. infatti lui, lanciatissimo, ci infiora la città indicandoci ponti e quartieri, e facendocene innamorare ancor prima di riuscire ad intravederne le tipicità. Che incantano i cuori e incastrano il pulsante della macchina fotografica.

Attorno all Arena de Toros
Le ombre proiettate sui muri ci seguono nella calura, e si smarriscono a volte ammirate da un angolo decorato, da piastrelle sotto i balconi, dalla scoperta casuale dell'Arena, percorsa solo in esterno. Quasi che l'eco delle corride sia (solo per ora) sufficiente a dissuaderci dall'entrare.


 Ci rinfranchiamo con un Gazpacho, dopo aver sorpassato un ordinatissimo accampamento di manifestanti, così lindo da far invidia a qualsiasi impresa di pulizie, e ci addentriamo nella Real Fabrica de Tabacos, famosa per la Carmen (credo), e ora Università di Siviglia;  attraversandola pian piano iniziamo a sentire, complice la bevanda tipica andalusa di poco prima, la nostra aria che inizia a cambiare. Ci immergiamo nell'atmosfera, scivolando tra scale e porticati, alla ricerca delaa Plaza de Espagna, che una amica di Lo' ci ha indicato come posto degno di nota.
Riflessi sotto al ponte
A dire il vero, se avessi visto delle cartoline prima di arrivarci, l'avrei senz'altro bollata come poco interessante.
Le cartoline, se non in alcuni casi, rendono davvero poco lo splendore degli azuleios, le prospettive scaldate dagli arcobaleni nelle fontane, il suono attutito del remo d'una barchetta che passeggia due innamorati nel laghetto. E mancano dell'emozione della foto personale, che a chi guarda, senz'essserci stato, può apparire altrettanto silenziosa d'una cartolina da trenta centesimi; ma mentre tu scatti ci metti dentro il rumore dellìacqua, la sospresa delle cromie ricercate, il riflesso azzurrato del sole che attraversa i vetri dei lampioni. Le risa e i sospiri, di chi si sente finalmente... viaggio.
Plaza de Espagna, le panchine delle province





Particolari della piastrellatura, Plaza de Espagna
Studiamo la cartina, solo quando ci rendiamo conto che la fame, e non più l'estasi, ci trasporta in uno stato confuso. Le forme sembrano già abbastanza, anche se sulla via per il Barrio Triana, dove andremo a mangiare, sorprendiamo nuove immagini, perdiamo il confine dello stomaco tra la fame reale e quella di scoprire, di incamerare, non solo a livello digitale, tutto il possibile.




scarpe per tutti i piedi


Infatti par che suonino il flamenco perfino le vetrine, mentre qualche nota risuaona effettivamente da lontano, rimbalzando sul giallo del muro basso, verso il bianco che carezza i balconi. Suonando di "ooh" incantati, inseguiamo l'odore del pescado fresco che si spande per le Calli, mischiato a più leggeri aromi di fiori, ed al rumore distante del Guadalquivir che scarroccia qualche barchetta sul suo petto ampio, mentre noi lo sorvoliamo attraversando il ponte.
E, sedute infine alla Taverna per ristorarci, pare quasi che tutto finisca in questa sera, tra la prima cerveza che sorride sul tavolino, e le tapas prescelte.



Siviglia vista dal Barrio Triana
Assaporiamo la cena come fosse non la prima ma l'ultima, quasi dimentiche, nella curiosità dei nuovi sapori, che il tempo concesso qui, è solo all'inizio.


7 commenti:

albafucens ha detto...

.. che viaggio magnifico Lila :)
e che posto da favola quanto è bello il mondo e quanto lo è anche la vita pur con tutti i suoi perché e punti interrogativi.

l'atmosfera dei porticati deve essere davvero incantevole e concordo con te.. una cartolina non può cogliere forse un bel particolare ma non tutte le sfumature che si respirano spaziando con lo sguardo e assaporando con tutti i sensi ciò che riusciamo a cogliere dal vivo.

,, e mi ha fatto davvero sorridere grazie * . * l'estasi dettata dalla fame e non dalla bellezza :))

.. ma tutto quel che descrivi sembra essere non una fine ma l'inizio di qualcosa di sorprendentemente nuovo e stupendo

un abbraccio

Pupottina ha detto...

mi piacerebbe tanto visitarla Siviglia, o semplicemente la spagna... spesse volte ci andiamo in estate... ma siviglia non è mai capitata come tappa.... perché la spagna è tutta stupenda e si mangia bene e ci sono posti bellissimi

Angelo azzurro ha detto...

Splendide foto, come pure il resoconto. Non sono mai stata in Spagna, dovrò pensarci. Ciao!

Unknown ha detto...

un diario di viaggio così, solletica i 5 sensi di chi legge, incuriosito non solo dal luogo in sé, ma dagli odori, dai suoni, dai silenzi, dai sapori...che meraviglia!

Lila ha detto...

@ albafucens
ed è solo l'inizio :)
L'Andalusia mi ha un po' stregata. Non innamorata come Londra, ma forse in modo più denso, profondo. E' una terra che si fa amare, perchè senti ancora la Terra.
Un forte abbraccio a te


@ Pupottina
te lo consiglio di cuore! è davvero una parte che merita d'essere scoperta. E poi, come nel resto della Spagna, come tu dici, si mangia bene (o almeno...buono)


@ Angelo Azzurro
:) io ci ho pensato a lungo. E ne è valsa la pena!



@ TuristadiMestiere
:D
ci provo, affinchè le foto non restino solo cartoline inanimate. Grazie :)

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Un viaggio veramente stupendo.Saluti a presto

Lila ha detto...

@ Cavaliere oscuro del web
Si, veramente meraviglioso.
A presto