martedì, marzo 31

scheggiata dal dolore

Qualcosa si incaglia tra i ventricoli, quando perdi un amico. Il cuore perde un colpo, poi cerca senza successo un recupero veloce. E nella corsa sembra di avvertire qualche goccia di sudore, tra gli occhi... salata, come fosse una lacrima.
Nel lasciarla scivolare mi si compone innanzi come una lente, e vi perdo le certezze delle strade percorse assieme,tentenno, smarrisco la direzione. E m'arresto in silenzio. Dubitando sul modo di muovere, anelando al ritmo noto del passo doppio. Tic, tac, tic, tac... facevano così, i passi per strada. Scandivano il tempo fra gli scorci e i gradini inventati; restavano appesi ai rami, nel quando ci siamo aspettati, quando uno aveva voglia di correre, e l'altro restava dietro senza fiato.
Quando uno reggeva per mano un compagno, e l'altro portava in borsa la sua solitudine.
Quando uno sbagliava la pagina, e l'altro ritrovava il segno.

La vita è anche fatta di questo perdersi nel vivere; incipriarsi il naso e stamparsi un sorriso in faccia, e aprire le braccia lo stesso, ma per tutti quei dispersi che occorre curare, per quelle strane farinose signore mai magre, che mangiano niente e sfornano dolci e lasagne di cui giurano non toccare che una briciola.
Inspiro, e mi scopro un po' il cuore, tentando di accoglierli nel breve piccolo spazio che il tempo disegna tra le mie mani e la loro necessità. Poi vanno, con educato sconforto, e mi lasciano una torta sul tavolo; nessun graffio alla mano che tendo per salutare, col passo che odora solo un poco più di fretta di quello dell'amico, che ha girato l'angolo.

Va bene, le storie hanno tutte un finale.
E certe amicizie, quelle che sono l'oggetto inutile che non butteresti mai; vere perché prive di uno scopo; fatte di condivisione e guardare avanti assieme, e a volte negli occhi battendosi un abbraccio fra i dolori e le gioie; certe amicizie alla fine perdono di senso.
Perdono un senso, che è quello che ci conduce a tenere duro, e a tenerci insieme i pezzi.
Le riponi in un cassetto e ti proponi di non cercarle più. Di lasciare che la polvere ne impregni la faccia e renda il ricordo grigio e irriconoscibile.

Ne resto tagliata in due. Perché ogni volta che il cuore si rompe, trattandosi sempre di amore anche se con un vestito incruento e privo di desiderio fisico, si rompe a metà.
E l'altro pezzo, quello che contiene l'intero, è la parte che non mi appartiene.

2 commenti:

Federico Distefano ha detto...

Non credo di aver capito bene cosa ti sia avvenuto ma mi sentivo triste per te.
Fatti forza! :)
Ciao!

Lila ha detto...

grazie Federico.
è stato uno di quei momenti in cui senti che una amicizia non è più tale. non ci sono motivi precisi, accade, ma in effetti è un po' triste
:)