domenica, aprile 19

I lati dello Specchio

La via Eraclitea


Un guscio di tartaruga

taglia la via tra emozione e mente.

Sopra l’acqua, una parte dura;

una parte dura, sotto l’aria.

Ciascuno spazio invaso,

e mi ci perdo, senza poter entrare.


Come evaso prigioniero.


Prendo una pausa per trovarmi,

e m’accorgo che altri son perduti;

la luna di giorno e il sole di notte

non danno abbastanza luce,

così davanti al fuoco torna il mago

con una metà in ciascun degli occhi.


Si guarda intero tra gli occhi di cielo.


Come in un cielo l’azzurro

non ha colore,

se smetti di sovrapporre veli:

non c’è dentro niente.

Come un cielo, entro l’azzurro

senza veli, è tutto l’universo.


L’immagine è vera, ma anche immaginata.


Occhi come un cristallo impregnato

dell’esistenza della terra.

Cristallo che è diamante,

diamante che è carbonio.

Il carbonio è la grafite

che rende vere le mie storie.

Le particelle delle storie

si muovono e s’intrecciano

sempre a metà fra bugia e vero.

Lasciano una vibrazione che sussiste,

non particella e non vuoto,

fra di esse.


Alla fine è il vuoto, la parte predominante nella natura.


Il guscio di tartaruga

contiene in sé infinite strade

tra sopra e sotto.

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