giovedì, giugno 11

il viaggio promesso (5)

2-06
ho scoperto con un certo sconforto che non posso più mangiare gelato!
Alla sensazione di leggero gonfiore e pesantezza si è aggiunto il 'colpo di sonno' che segnala inequivocabilmente che ho esagerato, così cerco di raddrizzarmi e riattivare qualcosa in più delle funzioni base (digeriregelato-respirare-digeriregelato) durante la passeggiata a Cornino.

Un punto di vista davvero piacevole, e che mostra come ad Erice ci siano sempre le nuvole... Dietro la Torre, infatti si può osservare unn monte coperto da una nuvola: là dentro c'è Erice!

Il pomeriggio è stato un lungo e piacevole incontro di parole ed esperienza, nella quale abbiamo tessuto una Vela nuova, scoprendo un altro modo in cui due strade avevano portato me e la Velaia allo stesso porto.

Forte di questa lunga compagnia, il giorno dopo il viaggio è ripreso in solitudine, sulle tracce dei Fenici nell'isola di Mozia.
I turisti sono ancora pochi, e uno di loro, un ometto con moglie grassoccia e con aspetto trasandato, mentre arriviamo all'isola sulla barca preferisce osservare, piuttosto che i morbidi contorni dell'isola, le dolci curve della signora tedesca, la cui gonna leggera viene sollevata scherzosamente dal vento...

Nessun imbarazzo, e gliene rendo merito, quando si accorge che il mio sguardo s'è distratto dall'approdo per osservare la scena.

Mozia è una camminata gradevole nella natura, con anche piacevoli aree di sosta all'ombra, sapientemente architettate per sollevare dall'esposizione solare. Le rovine anche qui non sono 'sì favolose da strappare degli "oh, che meraviglia", ma l'insieme di Dio e umana sconfitta ancora una volta spazia le emozioni, sospsendendo qualche pensiero alle rotte dei gabbiani.

1 commento:

UIFPW08 ha detto...

Dunni la me terra vasa li mari chista è la me Sicilia bedda.
(qualcuno che la ama..)