giovedì, ottobre 18

Lettera ad un amico in partenza

C'era già una sottile polvere nell'aria: polvere di anni che se ne vanno, di abitudini consumate, di arrivi programmati e di altri a sorpresa, che s'intrufolano tra le mura, variando il posto alle cose. Variando l'importanza delle cose, che per alcune diminuisce, e delle persone su cui contavi, che perdi la lista e ricominci da niente, moltiplicando la possibilità di esperire la prossima emozione. Ci dividiamo fino alla prossima volta, ma va bene così, perché la vita è tutta nel tessere e il filo, cercando di preparare una bel finale.

Ora c'è la polvere di decisioni che si affrettano giù per le scale, lasciandoci solo la mappa per arrivare alla meta, perché una volta prese non sei più lo stesso, anche se non sai ancora chi sei.

C'è la polvere lasciata da partenze previste, che è come se fossero già state, e ne hai impronte leggere dentro, prima di aver dato i saluti. Impronte che indicano di rimettersi in cammino.

Ho vissuto quest'amicizia per il tempo di una luna, ventotto giorni di incontri oltre le righe, inseguita fra i silenzi del cuore stabile e le chiassose fantasie del pensiero. Un amicizia che ha, in questo tempo determinato dal principio, tutta la sua ragione d'essere, ma non per questo è meno vera o intensa di quelle storie di anni, che si riannodano, che si perdono, che lasciano molti più ricordi forse, ma forse non così intensi. Perché, stranamente, se sai quando il timer suonerà interrompendo l'esercizio, riesci a  mantenere una attenzione più acuta in ogni istante. Impostare il timer, ti aiuta a far si che l'ultimo minuto sia inevitabile e lungo, quanto il tempo che c'è stato prima; ti aiuta (anche se si dovrebbe perderne l'indispensabilità) a non vivere "come se si campasse in eterno...", come a volte capita con le persone e le cose che diamo per certo che rimarranno per sempre.

Da questa permanenza intensa, che si muove tonda e liscia come le ruote dei pattini, che si mangia velocemente come un bignè e con la stessa dolcezza, che si chiama viaggio come una vacanza, quindi sai già quando ritornerai... esco con una intelletto nuovo, fresco di stelle e sale, di voli e camminate sabbiose, di foglie ormai rosse e di allegrie sempreverdi, di pace per i desideri soddisfatti e di forza per compiere altri passi. 
Esco con il fazzoletto in mano, perché mi piace recitare lungo i binari; con un libro in tasca, perché mi piace avere qualcosa da lasciarti nel caso non tornassi; con un taccuino e una penna, perché mi piace scrivere dei miei, di ritorni.
Amico mio, andare lontano quanto il sole che si tuffa nel mare dietro il cratere, a Castel Gandolfo, è un bell'andare, ma sappiamo ambedue che niente è lontano quanto quello che non vogliamo vedere. Quanto quello che, a volte, temiamo di sapere che è proprio dove siamo sempre stati. Da ipermetrope, lo so che nessun "tele", per quanto ce lo faccia vedere, è l'obbiettivo raggiunto. Ma infondo, guardare  fin là, forse aiuta a mantenere la rotta.

 Il mio viaggio lontano, quindi, mi porta qui; il tuo, invece, ha necessità di quell'altra parte del mondo, ma non c'è nessuna differenza, se non la lingua e il lato della strada dove si guida; lo sappiamo entrambi. Nonostante questi finestrini che non si prestano alle commedie di sventolii e mani che si agitano in banchina, ti vedo con il viso sul vetro fino a dove l'occhio riesce a guardare indietro, e mentre mi volto per andare avanti, so che farai lo stesso, senza rimpianto seppur con la lieve speranza di ritrovarsi in un altro "quando".

Dopo tutto questo, nonostante abbia ramazzato il suolo e il cielo, per lasciar andare anche quella delle stelle, c'è ancora una sottile polvere, che non lascia avvertire alcun suono, se non il silenzio dietro l'angolo della bocca. Dove sbattono una lacrima di commiato, e la piega di questo sorriso.
 Grazie del presente!


 Thank you for this present!

10 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Emozioni forti..ricordi forti

Lila ha detto...

si, Maurizio, ma ancora più un intenso 'presente'; il regalo più bello che ci si possa fare è esserci.

albafucens ha detto...

Bellissimo...
le amicizie che si tessono oltre le righe, meritano comunque e forse anche un tantinello di più di chiamarsi "amicizia", anche laddove durano solo una luna.

Lo scambio di intenti, pensieri, emozioni, non è determinabile quantitativamente... perché la loro intensità è data dall'essenza dello scambio, da quella sottile fantasia che prelude e alimenta la fase della conoscenza, è dato dalla genuina, spontanea voglia di comunicare, ascoltare, di sapere chi sei, cosa pensi, andare al di là...

Le persone che atraversano la nostra vita, lasciano sempre un pezzetto, una piccola traccia di loro, in noi, regalandoci spesso un presente più ricco, prezioso, consapevole

Il timer... anche se chiaramente tutto muta, e così è naturale sia, ecco... quello mi mette un po' di dolce tristezza, perchè sai io ho così difficoltà a lasciar andare le persone, anche se in fondo rimangono in noi, dentro di noi, ma sto imparando a farlo, perchè quello che ci hanno regalato, accogliendoci, ascoltandoci, è impagabile.

Lila ha detto...

@ albafucens
carissima,
anche io tento di lasciarle andare davvero. Tanto più che le persone che incontriamo, proprio per questo restarsi dentro, sono come pezzi della nostra anima. Ecco, questa volta mi riesce, ma non so se è perché sapevo già che era così che sarebbe andata. Non vuol dire che ci perderemo, chissà anzi, che questa mia anima girovaga non sia alla fine la mia parte più vera. Incontrando questa persona, è un poco come se l'avessi ritrovata. Ho visto di nuovo chi sono "dentro", senza bisogno di fuggire per dimostrarmi di poter partire.
Così vado in questa direzione che ho preso, con un pezzo di anima in meno e un cuore molto, molto più grande che si espande fino dove lui arriverà.
E di sicuro, almeno fino a te! grazie... di cuore :)

albafucens ha detto...

Forse, è così… sapere che lo spazio temporale nella quale sarebbe vissuta, aveva un termine già stabilito, ha facilitato le cose, la separazione, ma è vero, allontanarsi… non significa perdersi, così come è vero che spesso gli incontri, sono un ritorno, più semplicemente ci si riconosce, ritrova

e proprio oggi, ho letto una frase, che credo si adatti forse un po'...

«Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così».

~ Italo Calvino ~

E l'anima libera è sempre vera, deve, poter girovagare, altrimenti se la ingabbiamo poi soffre, mentre l'anima deve potersi esprimere, percepire, assorbire, svelare…

e a questo proposito, mi viene in mente una cosa che ho sentito circa l'intimità... la sfera affettiva, e cioè, che dobbiamo sì proteggere il nostro nucleo, la parte più profonda di noi stessi, la sua integrità, ma non ingabbialo, bensì liberarlo senza comprometterlo, e come? renderlo forte, duro, ma facendo sì che la membrana che lo riveste, sia permeabile… che lasci sia uscire che entrare

vabbè non lo so mica se centra poi tanto, eh ma il collegamento è sorto, così... "libera~mente" , quindi oltre all'anima vagabonda, lasciamo vagabondare anche Lei :)

... che poi la nostra anima è immensa, e il pezzetto che hai perso, in realtà lo hai regalato :) ed è per questo, che ora il cuore è molto più grande.

e grazie anche a te... :)

Lila ha detto...

:)
mi pare che tutto torni, Albafucens. La frase di Calvino mi pare davvero perfetta, e anche la faccenda del nucleo mi pare che si attagli; il nucleo va "protetto" (e non "difeso" il che lo renderebbe impermeabile, per sottilizzare..) come un posto dove tornare.. come la "casa" che dicono "è dove sta il cuore": ovunque, (quindi) anche qui.
ti abbraccio

UIFPW08 ha detto...

Le emozioni non finiscono mai ..ti ringrazio della tua visita Lila
sei sempre molto gentile, a presto
Un abbraccio
Maurizio

Lila ha detto...

@ Maurizio
grazie a te, Maurizio!
ti ricambio l'abbraccio

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Una lettera emozionante e profonda.
Saluti a presto.

Lila ha detto...

grazie, Cavaliere oscuro del web. Un saluto a te.