mercoledì, ottobre 21

Ancora una valigia chiusa, che poggia il dorso sulla porta di casa aspettando di essere condotta via.
Un piccolo stacco, una esplorazione meno intima di quella che è possibile fronte mare, forse, ma un viaggio che comunque, come sempre, si compie dentro di sé, mentre si cammina con gli occhi naufraghi nella scena che si svolge intorno.

Oggi parto, così la latitanza dal blog si giustifica con l'assenza fisica, almeno per qualche giorno.
Vado alla ricerca di qualche racconto.

Ma con un racconto di sogno in tasca:

sono in cinta, e sto su una collina ombreggiata da pini, presumo profumata dei loro aghi calpestati. Quando mi rendo conto che è ora di partorire le amiche che mi dovrebbero accompagnare, non si sa bene come mai, partono senza di me. Ad ogni modo in qualche modo ci arrivo, in ospedale. E questa volta, quando mi trovo il mio bimbo a bordo delle braccia, vascello tra le facce che si affollano per vederlo, questa volta, per la prima volta, so che fare. So dargli da mangiare. So tenere bene la sua piccolissima testa, e il suo corpicino nudo e caldo, che sembra espandersi dalle mani stesse.. E non lo lascio più.

8 commenti:

Penelope ha detto...

Che sia sogno o realta', in esso potrai trovarci la completezza che cerchi.
...
attesa

Anna Righeblu ha detto...

E'forse un modo di concepire il viaggio... come margine sottile, di distinzione della realtà dal sogno.
Baci

albafucens ha detto...

spero tanto che al ritorno dal tuo viaggio tu sia più serena, mi dispiace sentirti così amaregiata
un abbraccio forte

Lila ha detto...

@ Penelope
il sogno è reale, perchè traducibile nella vita. Naturalmente ci vorrà un po' d'energia, per mantenersi saldi in questa conquista.
grazie.

@ Anna Righeblu
oh, si. Un sogno che si realizza, e che subito dopo pare irreale. Meno male che in viaggio "c'ero" con tutta me stessa.
E il bagaglio, spedito o portato a mano, rimane.
un abbraccio

@ albafucens
stavolta forse non mi sono espressa bene.
Il sogno che ho fatto, sebbene la mancanza delle amiche possa apparire triste, lo trovo molto terapeutico! e mi sono svegliata serena, e sono partita felice.
A breve i racconti, ma comunque un caro abbraccio e grazie della solidarietà!

Gianna ha detto...

Ciao, finito il viaggio?

Lila ha detto...

ciao Stella. Diciamo di si, che è finito. Tuttavia ho il mal di Londra, e vorrei ripartire... così guardo e riguardo le foto, come se mi potessero riportare là. Serena ma lontana.

il mio nome è mai più ha detto...

Sui bimbi, io che ho un figlio di 17 anni e svariati nipotini...
ho fatto un sogno terribile.
Avevo davantia me gli abitini e i giocattoli del figlio dell'uomo che ho amato e che, forse, amo ancora.
Ho preso quelle cosette, le ho fatte a pezzi e poi bruciate.
Lo so, è orribile.

Lila ha detto...

@ enne
non sono una psicologa, ma non sono sicura che sia un 'brutto' sogno o un brutto segno (!) pensando a come li analizza la mia...
molto dipende dalla sensazione che avevi nel sogno e dalla sensazione che hai avuto ricordando il sogno.