domenica, novembre 8

gli occhi del turista

Si chiude la valigia, un po' salendoci sopra, un po' tentando in extremis di far entrare nei pertugi interni ed esterni le ultime cose. Quelle che naturalmente non servono. Lo spazio maggiore, almeno nel mio bagaglio, è occupato dall'aspettativa di meraviglia, come s'è potuto fin qui capire. Dalla fame di nuove visioni e di nuovi angoli da scoprire.
E poi immancabilmente è così.


Il bagaglio, quando si chiude tutto per tornare a casa, straripa d'esperienza e di romanzi di piccole e grandi avventure, ricordi che navigheranno nello spazio della memoria, celandosi a volte dietro la baia della quotidianità, per veleggiare ancora in vista, nei momenti inspettati o in quelli ricercati della visione delle foto.
Di solito, in uno spazio creduto impossibile da crearsi,   piegata alla meglio, si infila la tristezza di tornare a casa, affiancata dal desiderio appallottolato che tutto ciò possa durare pe sempre.
E poi, immancabilmente, è così.

O almeno esiste la possibilitò che accada. Perchè quello che il buon turista a volte dimentica, è che partire è anche ritornare con gli occhi nuovi. Quelli che passando in viale del Policlinico, avvezzi ormai a cercare la sorpresa incantevole, colgono il frammentarsi della luce su scogli verdi e gialli. La sfumatura di rosso dell'edera poggiata sulla vecchia villa abbandonata, diventa improvvisamente un miracolo dell'esistenza.
La goccia d'acqua sul bocciolo di rosa in via del Daino, si esprime come una poesia mattutina, e rilascia alle membra del turista ormai a riposo un senso di nuova scoperta.

La suprema meraviglia è tornare con questi occhi, che ritrovano la capacità di guardare dentro l'anima delle cose e delle persone. Tornare col desiderio di non dimenticare mai, che il panorama di oggi racchiude dentro sé ogni cosa che possiamo cercare altrove.
Tornare con la consapevolezza che ogni partenza ha in sé un seme essenziale che è il distaccarsi da sé, per osservare di nuovo non l'oggetto, ma oggettivamente.

Batto assieme i tacchi delle mie scarpette rosse, quando atterro sul suolo natio: e senza averlo desiderato mai, 'chè toglierebbe gioia all'andar via, ripeto allegramente invecchiata: non c'è nessun posto come casa mia.











un saluto ed un abbraccio ai nuovi lettoroi. Grazie di esservi fermati qui, di partire e soprrattutto di tornare.
Lila 

6 commenti:

albafucens ha detto...

sono passata a leggere il tuo nuovo post, per assaporarne le coincidenze .. mi piace assai trovare similitudini con i miei pensieri e sensazioni..è segno come ho già risposto al tuo commento, che "una grande sensibilità d'animo" ci accomuna tutti.

"celandosi a volte dietro la baia della quotidianità, per veleggiare ancora in vista" .. è bellissima questa frase

ed è vero .. "partire è anche ritornare con gli occhi nuovi"

è molto intenso questo tuo post mi sono commossa a leggerlo .. e per un po sono stata anch'io su quel viale ad osservarne i colori e le meraviglie che descrivi .. attraverso i tui occhi
splendida la chiusa

ti abbraccio forte
ciao

il mio nome è mai più ha detto...

Il fatto di non viaggiare da tanto mi ha penalizzata moltissimo, ma prima o poi riprenderò.
Hai scritto parole condivisibilissime: quando torni con lo stato d'animo giusto anche la tua vita di sempre ti sembra più ricca. E poi c'è sempre la possibilità di partire ancora, e di tornare.
Notte, Lila. :-)

Lila ha detto...

Grazie Albafucens; è bello osservare questi fili tesi di pensieri, a cui arriviamo in più persone.
Un abbraccio grande

cara Enne di niente
in fondo credo(ma non per ciò smetterò di partire) che l'importante sia la disposizione al viaggio, anche piccolo. aver conosciuto l'esperienza, anche. Tenere nelle fibre dell'essere anche la persona che torna. Non è facile..
un abbraccio

ANTONELLA ha detto...

Per me viaggiare è una terapia e ti capisco benissimo quando diciche tornare bisogna ma con un bagaglio in più e non solo letteralmente. E poi sarebbe bello sentirsi sempre nella properia casa dovunque si vada, cioè sentirsi dentro di se' come in un a grande casa proptettiva e protetta.

maria rosaria ha detto...

sai che in un periodo un po' triste della mia vita quando tornavo da qualche viaggio, appena infilavo piede in casa cominciavo a piangere?
i viaggi sono a volte la salvezza della nostra anima, e comunque, ogni volta regalano pensieri che arricchiscono e rilassano insieme. hai dipinto un bel quadro.
bacio

Lila ha detto...

@ antonella
chissà.. trovando l'armonia dentro di sè penso che si possa raggiungere qualche risultato.
Un abbraccio

@ maria rosaria
a piangere? di gioia, di sollievo, per la tristezza?
io di solito resto sfasata per un po'. per fortuna, nello sfasamento che rende un po' difficle lavorare restano anche gli occhi del turista. Che ora cercherò di coltivare un po' più a lungo.
Bacio