L’odore della morte
che sta lì,
a vegliarmi ...
Monili di rughe t’adornano il viso
regali indelicati del tempo,
amante leggiadro, e costante.
E quella pelle, ormai scarsa difesa,
crollatasi in quei punti, in altri, tesa,
sembra come un involucro mal posto,
rende palazzo vecchio, una rovina
d’antica architettura, evaporata
quasi che fosse un modo, minerale,
di rifuggire l’aspra gabbia umana
e traslocar nell’etere, immortale.
Traspar dagli occhi, ancor limpidi e chiari,
distacco calmo o rassegnazione stanca,
poiché quel corpo ruvido e consunto
non ha più forza per proseguir la danza.
Sulla tua sola e lenta decadenza
veglia colei che mai perdé speranza,
ne percepisco l’odore putrefatto ...
sorella Morte, che t’attende al varco.
Lento s’è fatto il gesto della mano,
già placido, e tremante poggi il piede,
ma giovane è lo spirito, che corre
fuori dall’alma, lesto, e la precede;
l’ultimo anelito di fiato fugge
via dalla bocca, disseccato anfratto,
ove riposta avei la tua saggezza
che lasci qui, come ultimo ritratto.
una vecchia poesia, un sentimento che non cambia, osservando nuvole che sembrano pelle anziana su di un cielo nuovo.
5 commenti:
Stupenda!
ciao stawberry,
grazie..
semplicemente bellissima..
. mi piacciono sempre molto i tuoi versi, e mi riconosco in molte delle tue sensazioni.. la tua anima sotto moltissimi aspetti è affine alla mia
un abbraccio
La poesia è bellissima, non l'avevo ancora letta. Sento molto di quello che penso e dei miei stati d'animo. Tristissima.
cara -albafucens, ogni volta che ho modo di constatare questo toccarsi di sensazioni, mi si rende gioia all'anima; fa sentire meno speciali, forse, ma anche meno soli.
un sorriso complice
@ antonella
vale un po' quel che ho scritto per albafucens, ma l'abbraccio è tutto per te!
è un po' triste, è vero, ma in un certo senso in realtà sdrammatizza tanti volti che ho davanti ogni giorno
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