martedì, febbraio 17

La velaia di T.



Il sangue m'è uscito di vena.
Ho trovato le tue parole, colorate e lunghe come un arcobaleno; l'origine, nel tempo in cui eravamo ragazze; la pentola d'oro nel punto in cui, come variopinta pioggia, raggiunge egualmente te e me, che al di là di qualsiasi quantità di miglia interposte, ci troviamo nello stesso luogo. Non è per l'età condivisa, ma perché in questi anni, che per gioco fingeremo essere sette, parrebbe che abbiamo camminato assieme, per strade diverse e lontane, giungendo allo stesso incrocio.
Allora, col cuore bambino, ci siamo forse ferite. Adesso ci scrutiamo l'anima, come ad accertarci d'essere quel filo rosso che concede la sua costanza nelle variazioni dell'esistenza; quello che, a distanza di anni, nonostante un capello bianco, le rughe ai margini degli occhi, le vite sorprese diverse dai sogni di allora, ci fa riconoscere.
Tastiamo con delicatezza questo incontro, scoprendolo, come un margine che potrebbe sparire, una rena bagnata dal mare... e poi non più.
Con garbo, pur se mi verrebbe di mettermi fretta, perché il contorno non muti troppo veloce, da farsi irriconoscibile, e doverlo filare di nuovo.
Da qui, t'immagino, oggi, tessere una vela del color del cielo.
Sì che si confonda allo sfondo e non ti riporti troppo lontano; sbagliandosi il vento tra 'l cielo, e la tua vela, ci passi attraverso e ti faccia aspettare.

4 commenti:

Mobu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pierluigi ha detto...

Emozionantissima... *______*

Lila ha detto...

@mobu: ben tornato. Pensavo che qualche calamaro gigante avesse rapito i tuoi versi.
:)

@ Pierluigi:
ho parlato di lei, ma per te. Sono molto presa da questo re-incontrarsi, ma novoglio dimenticare di esplorare qui le mie sensazioni.

UIFPW08 ha detto...

dolcissime parole volano tra i pensieri, tra i ricordi di sempre..
molto bella davvero.