sabato, febbraio 21

... e naturalmente c'erano....


premessa
Un paio di settimane fa Pesciolino mi invita alla festa di Carnevale, organizzata dal gruppo con cui va in montagna.
Wow, penso io, dato che la vita sociale è tecnicamente zero, in questo periodo, non sarebbe male una serata in un ambiente nuovo... così, tanto per mutare un po' il giro di amici. Passo le due settimane intercorse, fra l'invito e la festa, a ribellarmi all'idea della mascherata; perché io ero una di quelli che non ama travestirsi. Si sa, la maschera la portiamo ogni giorno, quindi, almeno a carnevale si potrebbe lasciar perdere, opinavo in tali occasioni; e vestirsi da se stessi.
Poi arriva il giorno.
E le opinioni si sa, sono cose passeggere.
Da quella che ero all'ultimo carnevale ad oggi, in più, è trascorso l'incidente, alcune sensazioni, riflessioni, cose, sono cambiate, benché la mente si affanni a rincorrere una vecchia e conosciuta parte di sé, per tenersela avvinghiata addosso. Come un cappotto fuori moda e troppo stretto. Si voleva mascherare con quella vecchia faccia, la mia mente; quindi non "mascherarsi "affatto.
Ed essendo un po' vanitosa, in previsione di conoscere gente nuova, l'idea era di "mettersi in tiro"! Scorro le possibili combinazioni... Tailleur e tacchi, vestito e stivali neri eleganti, jeans e maglione collo alto ("pigiama e divano", dice la parte di me che si chiude nei cassetti e vorrebbe stare a casa con la sfolgorante compagnia della tv).. Ricomincio: abito da sera e guanti lunghi (ah no, l'abito è ostaggio di mia madre)... Alla fine scopro che queste sono tutte cose che metto davvero sempre (a parte l'abito da sera)!
Con l'idea di non togliere la glassa le mille facce dell'esistenza me le vivo sempre. E mi travesto, lo sapevamo dall'inizio, per fingere di essere una scafatissima insegnante pc-e-tailleur, un'allieva snob che non mette la tuta ai corsi (perché mi sembra di stare in pigiama), una signora elegante anche in montagna...
Alla fine decido: forse la vecchia parrucca nera e il vestito di velluto blu, (con cui interpretavo una Dama Arwen un po' meno pettoruta di Liv Tyler) potrebbero andare. Un travestimento... ma quasi un vestito normale.
Carnevale dovrebbe comportare "un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo": mi infilo soprattutto questo, di vestito, e scivolo fuori casa con lieve passo elfico.

epilogo
"Mai divertita così tanto!"
...
si dice così, vero? sempre, quando ci si diverte e si ride fino alle lacrime.
é andata così, infatti. Ho ballato, liberando la schiena dagli obblighi del dolore, lasciando che tornasse la follia leggera che anima le feste carnascialesche, attraverso evoluzioni che credevo dimenticate. Non ho bevuto un solo sorso di vino, ho mangiato una cena raffazzonata di quelle che "ciascuno porta qualcosa", dolci confezionati (perfino le frappe del discount) ma ho ballato divertendomi con tutte le facce della mente, del cuore, del corpo!
E dico, quasi tutte le donne mi hanno fatto i complimenti, perfino le due col cappellino, che facevano i passetti coordinati, mentre io e Pesciolino volteggiavamo nei ricordi del corso di salsa, e in creative tarantelle.
Gli uomini mi danzavano intorno sorridendo, e abbiamo davvero animato la festa. Non mi era mai successo.. o quasi (una volta, a capodanno, con un po' di Rum e un amico carissimo come 'compagno' di danze).
Mi pareva davvero di essere una principessa fatata, leggera e agile...

"Magari hai una mazurka?"
L'unico rischio corso era urtare qualcuno, nei volteggi sfrenati sul pavimento mattonato della palestra... e rompergli un femore. Cosa al quale, Pesciolino infermiere e io allieva-maga, avremmo anche potuto rimediare).
Si perché l'età media, diciamo, non consentiva a Pesciolino (la cui tenera quarantaduenneità aveva necessariamente eletto come DJ) di mettere, che so, musica Tecno.
Sono passati i Beach boys, che piacciono a tutti, Gloria Gaynor, e la tarantella, appunto.

Nonostante le luci stroboscopiche abbiamo dovuto ballare sotto le luci al neon, per evitare che qualcuno confuso, si ferisse; ho ballato la tarantella con una vecchia e graziosa signora che la chiamava 'salterello', e Flashdance con un signore che aveva più o meno l'età di Platone.
Ma davvero, "non mi sono mai divertita tanto"! E nonstante l'età (io ero la bambina di turno, praticamente, e Pesciolino il 'ragazzino più grande) o forse per quello, c'erano un sacco di maschere! Ne ho viste meno alle feste di bambini e ragazzi, alle quali io ero tra quelli non travestiti. C'erano le streghe (ma il naso era vero!), il vecchio re, la Mummia, il Faraone, Pochaontas (che con i suoi 38 anni era 'la bambina un po' più grande)... e naturalmente c'erano ... le Kessler.
Quelle vere. Nate nel 1936.


2 commenti:

Federico Distefano ha detto...

A me invece, che adoro le feste in maschera, non mi ha invitato nessuno.
Tutti i miei amici con casaabbastanzagrande, da qualche anno hanno passato la spugna e si sono inselvatichiti...
:(
Ciao e buon fine settimana!
:)

Lila ha detto...

la prossima volta ti invito, allora! ma mi sa che tu non balli...
Buon weekend