lunedì, febbraio 9
giorno 4
Con la promessa, non mantenuta, di un po' di sole si è chiuso anche questo seminario della "scuola per giovani maghi". Per fortuna a noi è concesso esercitarci, tra un corso e l'altro, sicché stamani, nonostante il vivo desiderio di avere una domenica (cioè una giornata in cui non c'è niente da fare) il desiderio di andare al lavoro è rinvigorito, rispetto alle ultime settimane.
Bisogna dire che il mio è un bellissimo lavoro, ma a volte ti stanca un po'. E ci sono giorni in cui te ne stai racchiuso nella malinconia, guardando fuori la gente che sgambetta senza un pelo di conoscenza della sofferenza umana, e vorresti cambiare lavoro.
Io però non so fare altro. Così mi iscrivo ai corsi, a scuola, insegno, imparo... perché l'importante è guardare con occhi nuovi, non avere sempre qualcosa di nuovo da guardare.
La sofferenza stessa, vista dal nostro punto di vista ed esulando dalle implicazioni Karmiche o punitive, assume degli aspetti diversi. Per ciascuno è il massimo che possa sopportare. Per ciascuno è d'importanza fondamentale transitare nella fase del dolore, e risolverla, lasciando spazio a quello che viene dopo. In osteopatia si va alla ricerca della causa (lesione primaria) per far si che il tempo tra una fase e l'altra di sofferenza sia più lunga possibile.
La lesione primaria resta sempre, nel corpo, ma può divenire priva di tensione, tuttavia, appunto può restare come ciò che in genere si chiama il punto debole.
L'osteopata, quando conosce un altro osteopata, o un paziente, invece del segno zodiacale si chiede, chiede al collega, o al corpo del paziente, "di che primaria sei?"; da lì parte la sua conoscenza nuova del mondo, perché ciascun corpo si organizza diversamente.
A prescindere dall'apprendimento (per me questa volta è stato piuttosto un ripasso di cose vecchie, viste con occhi nuovi, sentite con mani che hanno diversa sensibilità, reinventate con aggiustamenti di tecnica sopravvenuti negli anni), io continuo a tentare di aggiustarmi rispetto alle persone a me circostanti, la classe, per esempio. Ci provo, davvero, a legare un po' di più. Vado a pranzo con gli altri, almeno una volta sui quattro giorni di corso... e scopro che pranzare in silenzio ti fa sentire dei sapori nascosti solitamente dalle parole, dall'animarsi di un pensiero, dal voler affermare la tua ragione mentre i molari sminuzzano il cibo.
Bella esperienza. Tutti a far chiacchiere, ed io (non m'accadeva da tempo) mi sono masticata il riso insieme con la stanchezza, lasciando che uno subentrasse all'altra. In tutti i sensi Il quarto giorno ero meno stanca del primo, e sorridevo di più.
Proprio alla fine, come nella vita, o in una meditazione ben riuscita, avrei potuto andare avanti all'infinito.
E forse ho finalmente compreso il mio insegnante: tanto è il piacere che trae da quello che fa, che se riposa, riposa il lunedì, come i parrucchieri. Ma solo il lunedì, sia chiaro. Di domenica, insegna.
Nel nostro lavoro, e nel suo ancor più, poiché ovviamente è bravobravissimo, a volte ci si può sentire come Neo, in Matrix (2 o 3, non ricordo), quando infila le mani dentro Trinity e le fa ripartire il cuore... Vabbè, dico, magari sto esagerando, però a volte sembra proprio. Quando riesci bene, i risultati sono spettacolari, e sai che hai fatto una cosa bella per ricreare armonia, in una persona; questo ti da una carica di energia che appare illimitatta. Quando riesci bene. Peccato che, come tante volte accade, diventi difficile con le persone che ami, i familiari, dico, con cui un po' ci si perde per l'ansia di fare del bene, la paura di sbagliare, l'impressione di essere inadeguato.
Sarà... Prima o poi un certo distacco subentrerà a liberarmi dall'incertezza. Quando non avrò paura di perdere nulla. Il che fa un uomo invincibile.
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3 commenti:
Tutto, un po' per volta...
:))
Ciao!!
P.S.= Mi piace il nuovo Header, bella foto!
Che bello il nuovo header! :))
Grazie, a tutti e due!
la trovo una foto "più felice", e nel tempo che mi è concesso, qualunque sia, questo è un nuovo tempo.
:))
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