
Mai la metà giusta, quando è così.
Ignaro almeno fino a sera di quale sia quella che lo specchio rimanda.
Quando ho disegnato era giovane, e aveva gli occhi blu.
Giacciono insepolti molti errori
trascinati con me dall’ossessione
di riempirmi la testa a rivederli
e col ricordo deformarne il suono.
Questa è la mia vecchiezza!
Averne troppi e rammentarli tutti.
E’ un gravoso bagaglio che impedisce,
rallenta e blocca il volo mio spirale
scorgo qualcosa e cado giù di nuovo
così ritento di lasciarli andare.
Impallidisco d’orrore e di paura!
abbandonando quella scorta mesta.
Tolte le forme nulla il vuoto arresta,
perso il ricordo è aperta la visuale
e in questa solitudine sublime
non resta niente. Nessun Io da salvare.
Luce!
Colpisce i miei occhi
insinuandosi
tra le fronde,
quando odo
il rauco sussurro
del vento…
E il suo respiro.
Sibila e mi contorce
spingendomi verso
la sua ruvida pelle.
Soccombo e
l’accarezzo;
nel profumo
della sua vita,
sciolgo il mio abbraccio.
E mi confondo.
A lungo restiamo
avvinghiati,
fino a divenire
inscindibili idee
(di soggetto).
Per sempre legati
da un vincolo metamorfico.
E di amore.
...molto buono, il cioccolato fondente è una ricca fonte di antiossidanti, di acidi grassi sani e alcuni studi hanno rilevato effetti benefici contro la depressione. Ora un gruppo di ricercatori dell'Università di Copenaghen ha scoperto che proprio il cioccolato può aiutarci a contrastare le abbuffate natalizie.
L’esperimento - Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Daily Mail, i ricercatori hanno condotto una ricerca su 16 giovani maschi sani con un peso normale. I volontari sono stati a digiuno per 12 ore e dopo sono stati divisi in due gruppi. A un primo è stato dato cioccolato fondente da consumare in soli 15 minuti, all'altro invece è stato dato cioccolato al latte da consumare nella stessa finestra temporale. La quantità di calorie del cioccolato fondente era pari a quella del cioccolato al latte.
Chi mangia il fondente poi ha meno fame - Dopo questa abbuffata veloce di cioccolato, i volontari hanno dichiarato quale fosse il loro livello di sazietà. Dopo altre 5 ore di digiuno, i ricercatori hanno dato pizza a tutti i volontari. Ebbene, a quelli che avevano mangiato cioccolato fondente è bastata per sentirsi sazi una quantità di pizza che aveva il 15 per cento di calorie in meno rispetto a quella necessaria per saziare il gruppo di volontari che aveva mangiato il cioccolato al latte.
Più nero e più sano - Per questo i ricercatori sono convinti che mangiare il cioccolato fondente può aiutarci a frenare i nostri impulsi onnivori che si scatenano in questo periodo festivo.
Esperimenti o no, che il fondente sia più sano del cioccolato al latte lo sanno tutte le nonne e, ormai, pure i nipoti. Però fra tutti i tipi di cioccolati che ci verranno offerti durante le feste (nocciolato, mandorlato, bianco, con la granella, al caffè e chi più ne ha, più ne metta), scegliendo quello nero sapremo che non daremo soddisfazione al solo palato."
(Articolo apparso su: http://natale.tiscali.it/articoli/12/cioccola_contro_abbuffate_123.html)
Dato che io purtroppo non lo digerisco, aggiungo quindi un articolo trovato da mio padre...
"LA FELICITA' CONTAGIOSA, SI TRASMETTE A CHI E' VICINO (ANSA 2008-12-05 12:26)
ROMA - La felicità è contagiosa: si trasmette, infatti, da una persona all'altra, anche se l"untore'' felice non conosce direttamente gli individui destinatari della sua gioia. E l'effetto 'contagio' dura fino a un anno.
Lo dimostra uno studio diretto da Nicholas Christakis della Harvard Medical School e della California a San Diego: la ricerca mostra, infatti, che quando un individuo è felice dell'Università contagia gli amici e gli amici degli amici, disperdendo la sua gioia su tre gradi di connessioni nella rete sociale.
Pubblicato sul British Medical Journal, lo studio è stato condotto sul campione della precedente indagine 'Framingham Heart Study' sulla salute degli americani: 5124 adulti di 21-70 anni reclutati e seguiti tra 1971 e 2003.
Gli autori dello studio hanno trovato 53.228 connessioni sociali tra i 5124 partecipanti, e si sono quindi concentrati su 4739 persone seguite dal 1983 al 2003. Ad essere fondamentale in questo meccanismo di trasmissione della felicità, hanno ossrvato i ricercatori, è la distanza tra i soggetti.
Se due amici vivono infatti a mezzo miglio di distanza (800 metri circa) e uno dei due vive un periodo felice, l'altro ha il 42% in più delle chance di essere felice a sua volta.
Le chance calano all'aumentare della distanza: due miglia (3,2 km circa) equivale a una probabilità di essere contagiato dalla felicità dell'amico del 22% in più. Fortunatamente, però, la tristezza non riesce a diffondersi così a macchia d'olio, sostengono gli autori del lavoro."
... sperando che siate così buoni con me, dopotutto è Natale, da mangiare tanta cioccolata, sentirvi più felici, e contagiare quante più persone possibile...
Occorre considerare che, quando mia madre era a dieta era diventata piuttosto triste, forse proprio perchè le avevano tolto la cioccolata...?
Come il denaro, il nero cibo degli dei non farà la felicità, però aiuta parecchio.
:))
Mithlond
Forse questo è morire?
Viaggiare e nel viaggio
pian piano abbandonare
le parti (mai più necessarie)
pei luoghi trovati nei sogni
e percorsi nella Realtà.
Forse questo.
Forse un giorno spoglia
d’ogni lembo di questa veste,
prima d’un’altra soglia
ammonticchiata,
per un’ultima meta partirò.
Nuda.
Senza più tornare.
Vuota.
Senza più tazze da colmare.
Forse questo è morire?
Allor m’è dolce il cammino,
e del viaggio e dell’esperienza,
della gioia e del dolore
che poi dispaiono con l’uso,
ogni eco voglio sondare.
Ciascun passo compiere.
E intanto frantumarmi,
lasciarmi attorno.
Fino a non aver più nulla,
nell’esser tutto.
Nessuna tappa può sembrar la meta
all’uomo che cercando va se stesso,
la vive, si, con l’animo poeta
cantando con stupore sempre intenso.
Eppur appena varca il bel confine,
fra quel che fu anelato e il compimento
dell’atto che sognava, vede alfine
ch’è stato un illusorio movimento.
«Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.»
Celeberrima. E con ciò ha in pratica definito il principio della Democrazia.
Principio che talvolta, nel nostro laicissimo (?!) stato sembra essere dimenticato; viene soppresso in favore del buonismo mediatico; perché a volte la diplomazia impone che sia così.
La libertà, tuttavia, è qualcosa che si muove dentro di noi. Che deve esistere, nella essenza, dentro di noi. Voglio essere paradossale, senza entrare nel metafisico.
E' stato osservato sperimentalmente che le aree del cervello deputate ad un certo compito si attivano già solo immaginando che il movimento si compia. Possiamo quindi concludere, che anche in catene posso essere libero di andare ovunque.
(avevo avvisato!)
La realtà è molto più sorprendente della fantasia.