mercoledì, ottobre 1

le parole che non ho mai detto

Ci sono parole che non ho mai saputo usare: quelle che sintetizzano un concetto ed infilate una dietro all'altra riempiono poco spazio, su un foglio, e faticano perfino a coprire la distanza fra noi e l'interlocutore. Parole come diuturnamente, mi dispiace, le sento cadere prima che possano veramente appoggiarsi nel mio orecchio ignorante, e figuriamoci se provassi ad usarle in un discorso. Inciamperei, per punizione carmica alla presunzione d'aver voluto essere pari a quelli che...
per dire che una cosa dura a lungo, utilizzano il femminile di diuturno, anzi l'avverbio: in maniera diuturna - femminile di diuturno - che dura a lungo.
Bene, non contesto, ma mi confesso: apodittico e ontologico. Eccone altre due. Sono davvero tremenda, dopo anni che sento parlare di ontologico ancora devo guardare il vocabolario per accertarmi di avere capito bene: ...che si riferisce all'essere in generale, alle sue strutture immutabili, oggettive e reali; che riguarda l'ontologia.
Cosa aspettarsi? vent'anni fa avevo capito che ciò che offende la divinità (Sin. sacrilego), si dicesse blasfermo. Figuratevi le risate che ho scatenato la prima volta che ho usato la parola! forse sono rimasta sciocca(ta) da allora, e preferisco usare qualche parola in più, per coprire la distanza che ci separa, per quel suo essere infinita... un punto c'è sempre, tra due punti.
Ma questa è un'altra storia.

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