giovedì, ottobre 23

Egitto (ricordo dell'altra vita) 2

D'accordo, il torcicollo è terribile e, evidentemente, dal lato in cui riesci a guardare il modo è tutto nero. Comunque Pesciolino si riprende, e durante la gita a Menphi e Saqqara, l'armonia torna sovrana. Nonostante il commento incidentale, dopo la cena organizzata, sul fatto che, certo è tutto bello, ma "preferisco fare da solo".
Gradevolissima la gita alla Moschea, una volta risoperta con veli la 'romana' , che era un po' troppo svestita. Incantevole la passeggiata nel mercato, dove Pesciolino mi aiutava a contrattare. Il mercato del Cairo è pieno di odori e colori, e di quegli omini fantasici che portano sulla testa enormi vassoi carichi di pane odoroso, che ombreggia di farina i profumi dei banchi delle spezie.

Il giorno successivo iniziò ancor prima dell'alba, per andare ad Abu Simbel.
E qui mi sono goduta una lunga alba, stando in volo, dato che ero accanto al finestrino. Gli altri dormivano. Qualche giorno dopo al quinto o sesto aereo, mi sono sentita dire che dormivano perchè lontano dal finestrino non si vede nulla. Abbiamo fatto cambio di posto, ed hanno dormito lo stesso. Poi dite che non mi fido della gente.
Tornando al viaggio, arriviamo in aereo fino ad Assuan, dove ci prelevano il bagaglio, gli incaricati dell'Agenzia di viaggi, e ci ricacciano nell'aereoporto per prendere il volo verso Abu Simbel.
Lì giunti, eravamo solo quattro, perchè i napoletani sono andati a Sharm-el-sheik, ci guadiamo un po' disorientati intorno per capire cosa fare. L'aereoporto di Abu SImbel è un capannone, appena un po' più decente di come lo immaginate, da cui gli aerei-bus vomitano fuori i turisti, che vengono poi risucchiati da semplici bus per arrivare al sito archeologico. Una volta capito il meccanismo è tutto a posto. Sapevamo che la Guida ci aspettava sul posto, quindi seguiamo il flusso, non senza qualche piccolo sussurro ("certo che ci poteva anche venire a prendere"). Sorrido, felice nonostante tutto, perchè fermamente decisa a non farmi rovinare da nessuna ombra.
La visita guidata è breve, ma poi siamo un po' liberi di scorrazzare in giro, finchè non dobbiamo avviarci per tornare. I vaghi sussurri di prima divengono vibranti proteste quando ci tocca localizzare il bus, arrivare in aereoporto, scoprire da soli che occorre fare la carta di imbarco anche per il ritorno (meno male che il capannone aeroportuale è pieno di italiani) e che tutto sommato... l'aereo funziona come un bus turistico: contano i passeggeri! Perciò se ce ne sono 100 all'andata devono essere 100 al ritorno, due ore dopo. Altrimenti aspetta.
A questo punto, visto che sono stata io quella che si dava da fare per capire la faccenda, e fra l'altro la carta d'imbarco mancante era la mia, mi permetto di far osservare a Pesciolino che "preferisce fare da solo" che gentilmente ci stavano proprio concedendo questo.

La sera gli è venuta la febbre.



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