GIORNO 1
Giovedì 16 ottobre è iniziata la scuola di magia e stregoneria della riabilitazione, per noi 'giovani maghi', ovvero futuri osteopati. I banchi sono sostituiti dai lettini, ma sempre di scuola si tratta, con tanto di lettera ed elenco dei libri. E si parla di magia perché accadono nel corpo delle cose straordinarie, e l'effetto di un buon lavoro osteopatico è stregonesco. Ma oggi non parliamo di questo.
La lezione si svolge nella palestra di un'albergo, e l'inizio effettivo della lezione (ore 9.15) è sancito dal passaggio delle donne delle pulizie del'albergo; vi è infatti, a mezz'altezza della parete (la palestra è alta circa due piani), un corridoio di passaggio. Come se ci trovassimo dinanzi ad uno di quegli orologi collocati nelle piazze di Praga o Monaco, alle 9.15 inizia la processione di figurine, che si avviano al lavoro.
COMPAGNI DI SCUOLA
Alcuni compagni li conosco già, ma la cosa non è necessariamente positiva: ci siamo già incontrati ai corsi, scambiati i numeri di telefono, per non chiamarci mai più. Chissà che stavolta non si forgino vere amicizie, o vere antipatie, quando ci accorgeremo di doverci vedere per cinque anni. Per sfuggire temporaneamente alla domanda, comunque, e anche perché sono un po' talpa, mi metto al primo banco (ops, lettino) sperando di riuscire a non guardarmi alle spalle e vedere quanti siamo. Sono un po' timida, o magari è perché ho dormito poco. C'è comunque sempre una parte di me che se ne vuole restare nel cassetto, ben ripiegata fra le camicie.
GIORNO 2
Facendo i corsi teorico pratico si entra in confidenza molto in fretta. Almeno in quel tipo di confidenza che si instaura col contatto fisico terapista-paziente, per cui devi attraversare la pelle delle persone e giungere la problema.
Avete presente Neo (K. Reaves) in Matrix 2, quando ficca la mano dentro Trinity e la riporta in vita (mi pare che le faccia un massaggio cardiaco)? L'osteopata fa più o meno questo ma è un po' meno spettacolare: penetra con la sensibilità, non proprio fisicamente, all'interno dell'altro.
Giuro, è bellissimo.
Così mentre ieri tutti i partecipanti arrivavano sparsi, facendo finta di non capire che tutta la gente che affluiva alla palestra sarebbe stata lì per lo stesso motivo, oggi eravamo tutti sorrisi e "buon giorno", già un po' complici e sicuramente più rilassati.
A ora di pranzo però mi rispuntano le tendenze asociali; mentre gli altri, a gruppi più o meno numerosi, se ne vanno al ristorante, io scendo al mio angolo di lago (siamo a Bracciano), felice che il sole un po' latitante, oggi, mi conceda un altro picnic sulla riva, tra i miei simili, papere e cigni.
Le papere perché sono sciocche, i cigni perché sono belli.
Giovedì 16 ottobre è iniziata la scuola di magia e stregoneria della riabilitazione, per noi 'giovani maghi', ovvero futuri osteopati. I banchi sono sostituiti dai lettini, ma sempre di scuola si tratta, con tanto di lettera ed elenco dei libri. E si parla di magia perché accadono nel corpo delle cose straordinarie, e l'effetto di un buon lavoro osteopatico è stregonesco. Ma oggi non parliamo di questo.
La lezione si svolge nella palestra di un'albergo, e l'inizio effettivo della lezione (ore 9.15) è sancito dal passaggio delle donne delle pulizie del'albergo; vi è infatti, a mezz'altezza della parete (la palestra è alta circa due piani), un corridoio di passaggio. Come se ci trovassimo dinanzi ad uno di quegli orologi collocati nelle piazze di Praga o Monaco, alle 9.15 inizia la processione di figurine, che si avviano al lavoro.
COMPAGNI DI SCUOLA
Alcuni compagni li conosco già, ma la cosa non è necessariamente positiva: ci siamo già incontrati ai corsi, scambiati i numeri di telefono, per non chiamarci mai più. Chissà che stavolta non si forgino vere amicizie, o vere antipatie, quando ci accorgeremo di doverci vedere per cinque anni. Per sfuggire temporaneamente alla domanda, comunque, e anche perché sono un po' talpa, mi metto al primo banco (ops, lettino) sperando di riuscire a non guardarmi alle spalle e vedere quanti siamo. Sono un po' timida, o magari è perché ho dormito poco. C'è comunque sempre una parte di me che se ne vuole restare nel cassetto, ben ripiegata fra le camicie.
GIORNO 2
Facendo i corsi teorico pratico si entra in confidenza molto in fretta. Almeno in quel tipo di confidenza che si instaura col contatto fisico terapista-paziente, per cui devi attraversare la pelle delle persone e giungere la problema.
Avete presente Neo (K. Reaves) in Matrix 2, quando ficca la mano dentro Trinity e la riporta in vita (mi pare che le faccia un massaggio cardiaco)? L'osteopata fa più o meno questo ma è un po' meno spettacolare: penetra con la sensibilità, non proprio fisicamente, all'interno dell'altro.
Giuro, è bellissimo.
Così mentre ieri tutti i partecipanti arrivavano sparsi, facendo finta di non capire che tutta la gente che affluiva alla palestra sarebbe stata lì per lo stesso motivo, oggi eravamo tutti sorrisi e "buon giorno", già un po' complici e sicuramente più rilassati.
A ora di pranzo però mi rispuntano le tendenze asociali; mentre gli altri, a gruppi più o meno numerosi, se ne vanno al ristorante, io scendo al mio angolo di lago (siamo a Bracciano), felice che il sole un po' latitante, oggi, mi conceda un altro picnic sulla riva, tra i miei simili, papere e cigni.
Le papere perché sono sciocche, i cigni perché sono belli.
2 commenti:
Ciao!
Spassosissimo!
Un appunto, però: invece di andartene da sola sulle sponde del lago, cerca di fare amicizie.
P.S.= La nuova grafica del blog mi piace più di quella vecchia.
A presto!
Sono daccordo che la grafica sia migliore, ora. Speriamo anche la capacità sociale segua la stessa sorte.
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