Questi giorni, linkando (?) da blog a blog (oddio, comincia a sembrarmi un linguaggio assurdo), sono capitata sui siti di professionisti 'frustrati' così si chiamano loro, fra cui le commesse. Divertentissimi, certo, e senza dubbio ti fanno mettere nei loro panni, almeno un poco. Lavoro a contatto col pubblico, almeno quando lavoro, e so quanto può essere terribile, dopo una lunga giornata ma... anche i clienti a volte hanno ragione d'incazzarsi:
Pretty Women: l'inverno scorso decido, dopo anni, che è ora di comprare un paio di jeans. Ora, essendo mia intenzione usarli per lavorare, contavo di spenderci una cifra ragionevole, maOre le ricerche inutili nei negozi più popolari, forniti solo di modelli a vita ultrabassa, mi conducono ad entrare da MaxMara.
Accidentalmente trovo una commessa cortese (successive visite dimostrarono l'accidentalità) anche con i poveri mortali, che mi aiuta a spendere 100 euro per un solo paio di jeans; però mi calzano benissimo. Quello che non so, è che le taglie di MM sono per clienti che hanno bisogno di credere di essere più magre di come si vedono, e soprattutto di essere dimagrite senza fare la dieta. Una 42 corrisponde quindi ad una 38 di Benetton o simili, (ma ad una 44 di Killah, che 'veste poco'). Per capirsi: i primi due giorni non mi sedevo nemmeno a terra, o sulle scale in Piazza di Spagna, per non sporcare quella meraviglia di Jeans. MA: dopo pochi giorni il jeans cede, mi si adatta addosso.. e comincia a mostrare la sua vera natura: mi va largo, insomma. Per un po' li metto lo stesso, ma quest'anno, dopo mesi di duro lavoro fisico la sproporzione è tanta che cedo. Vado a prenderne un altro paio.
Entro da MM, quello 'solito' e trovo una commessa comune, in divisa, cioè con tailleur nero (io, appena scesa dalla moto, indosso maglioncino, gonna sportiva e stivali, più un paio tra borsa e zainetto, perché sono in giro per commissioni). Le faccio presente la storia dei Jeans che 'ora mi vanno larghi e avrei piacere di ricomprare perché mi sono trovata così bene'.
Errore 1: uso troppe parole.
Errore 2: dimostro di non avere dimestichezza. La commessa mi guarda dall'alto al basso e mi dice: "sicura di averli comprati qui?"
"si, guardi, ne sono certa. L'anno scorso. ".
"non credo" Il viso della signorina comincia a mostrare segni di insofferenza e disgusto.
"ma si, erano della 'linea week-end. Sa mi stavano così bene, ma sono dimagrita.."
Errore 2: le sto dando confidenza.
(si tratta di un errore qui, altrove in genere è piacevole. Nel mio negozio preferito prendo il caffè con la gestrice, e mi fa provare le cose anche quando sa che non le comprerò).
La conversazione, dopo di ciò va in loop e la signora arriva anche a dire he non le sembro il tipo che fa acquisti da loro (!!!). Barcollo.
Ma non mollo.
Due giorni dopo torno, vestita elegantemente, tirata a lucido fino alla punte delle scarpe, mi sento come Julia Roberts (beh, quasi). Entro con l'aspetto deciso di chi conosce il negozio, mi avvicino alla commessa comune, la guardo dall'alto in basso: "ho bisogno di un paio di jeans", esalo con aria sofferta, come se fosse davvero fastidios, doverlo fare.
In pochi secondi mi trovo condotta nella stanza giusta, con una commessa cortese che mi segue. "che taglia?".. "38", dico di corsa (non ci credo nemmeno molto).. e speriamo che vada bene.
La prossima volta, però, ci vengo co' 'sti jeans a fare shopping.
Pretty Women: l'inverno scorso decido, dopo anni, che è ora di comprare un paio di jeans. Ora, essendo mia intenzione usarli per lavorare, contavo di spenderci una cifra ragionevole, maOre le ricerche inutili nei negozi più popolari, forniti solo di modelli a vita ultrabassa, mi conducono ad entrare da MaxMara.
Accidentalmente trovo una commessa cortese (successive visite dimostrarono l'accidentalità) anche con i poveri mortali, che mi aiuta a spendere 100 euro per un solo paio di jeans; però mi calzano benissimo. Quello che non so, è che le taglie di MM sono per clienti che hanno bisogno di credere di essere più magre di come si vedono, e soprattutto di essere dimagrite senza fare la dieta. Una 42 corrisponde quindi ad una 38 di Benetton o simili, (ma ad una 44 di Killah, che 'veste poco'). Per capirsi: i primi due giorni non mi sedevo nemmeno a terra, o sulle scale in Piazza di Spagna, per non sporcare quella meraviglia di Jeans. MA: dopo pochi giorni il jeans cede, mi si adatta addosso.. e comincia a mostrare la sua vera natura: mi va largo, insomma. Per un po' li metto lo stesso, ma quest'anno, dopo mesi di duro lavoro fisico la sproporzione è tanta che cedo. Vado a prenderne un altro paio.
Entro da MM, quello 'solito' e trovo una commessa comune, in divisa, cioè con tailleur nero (io, appena scesa dalla moto, indosso maglioncino, gonna sportiva e stivali, più un paio tra borsa e zainetto, perché sono in giro per commissioni). Le faccio presente la storia dei Jeans che 'ora mi vanno larghi e avrei piacere di ricomprare perché mi sono trovata così bene'.
Errore 1: uso troppe parole.
Errore 2: dimostro di non avere dimestichezza. La commessa mi guarda dall'alto al basso e mi dice: "sicura di averli comprati qui?"
"si, guardi, ne sono certa. L'anno scorso. ".
"non credo" Il viso della signorina comincia a mostrare segni di insofferenza e disgusto.
"ma si, erano della 'linea week-end. Sa mi stavano così bene, ma sono dimagrita.."
Errore 2: le sto dando confidenza.
(si tratta di un errore qui, altrove in genere è piacevole. Nel mio negozio preferito prendo il caffè con la gestrice, e mi fa provare le cose anche quando sa che non le comprerò).
La conversazione, dopo di ciò va in loop e la signora arriva anche a dire he non le sembro il tipo che fa acquisti da loro (!!!). Barcollo.
Ma non mollo.
Due giorni dopo torno, vestita elegantemente, tirata a lucido fino alla punte delle scarpe, mi sento come Julia Roberts (beh, quasi). Entro con l'aspetto deciso di chi conosce il negozio, mi avvicino alla commessa comune, la guardo dall'alto in basso: "ho bisogno di un paio di jeans", esalo con aria sofferta, come se fosse davvero fastidios, doverlo fare.
In pochi secondi mi trovo condotta nella stanza giusta, con una commessa cortese che mi segue. "che taglia?".. "38", dico di corsa (non ci credo nemmeno molto).. e speriamo che vada bene.
La prossima volta, però, ci vengo co' 'sti jeans a fare shopping.
2 commenti:
Conosco la sensazione...
Tralasciando i negozi dove gli abiti costano poco ma le taglie sembrano fatte per farti sentire la donna cannone (leggo Reds), dove entro a fatica nei pantaloni XL, io ADORO le scarpe di marca e mi vesto spesso sportiva.
Una volta, in centro a Bassano, vedo un paio di stivaletti "da boxe" di Paciotti, senza prezzo esposto. Una meraviglia.
Entro con mio padre, praticamente tutti e dur in jeans vecchi e felpona sgualcita: eravamo andati a trovare d'urgenza mia nonna in casa di cura.
"Vorremmo quelli stivaletti in vetrina"
"Non credo che abbiamo il numero"
Uscendo, il TITOLARE del negozio nota le scarpe: puma monster per mio parde, sportive prada le mie, e fa per fermarci
"Però posso guardare in magazzino"
"Però possiamo guardare in un altro negozio".
La rivincita delle Pretty Woman.
Questa è splendida!
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