martedì, novembre 4

Il mio palazzo

Oggi piove. Anzi, come capita ultimamente diluvia, quindi mi siedo di nuovo alla tastiera, in attesa di uscire, e sperando che passi il fortunale. Roma diventa drammatica, quando piove così. Diventiamo mentalmente incapaci; tutti.
Così per distrarmi dall'incubo che mi attende nell'habitat, oggi vi parlo degli abitanti.
Notizie dall'interno, quindi.
Dopo il grande evento di un mese fa (un tizio è precipitato dal terzo piano) il palazzo si annoiava, così, apertesi le cateratte del cielo, i tubi del terzo piano hanno deciso di fare lo stesso.
Rogne maggiori di una pioggia violenta, sicuramente, ma almeno si ha qualcuno a cui dare la colpa. O qualcosa di fisico (i tubi dell'acqua) un po' più tangibile delle nuvole o dell'effetto serra.
In pratica: oggi all'abitante del piano di sopra si è allagata casa, visto che a quello del piano sopra di lui, si sono rotti i tubi. Per fortuna il mio soffitto sembra indenne, altrimenti avremmo potuto inaugurare una cascata; il lato positivo è che ho conosciuto (e collocato abitativamente) altre due persone del mio palazzo, visto che gentilmente sono venuti a vedere se tutto andava bene, sul mio soffitto. Per ora si. Ma devo dire che dopo non sono più riuscita a riposare; ogni tanto accendevo la luce fissando gli angoli, con silenzioso terrore.
Nel mio palazzo, quindi, siamo già in tre: io, il ragazzo del piano di sopra, e quello che abita sopra a lui (e che ora ha i tubi rotti e, presto, un sacco di grane).
Poi so che c'è un signore anziano trasferitosi da qualche giorno; tipo difficile. L'altro giorno mi ha chiesto cosa fossero i contatori che stavano di sotto ("di sotto dove?") visto che aveva localizzato quelli della luce, anche se non riusciva a trovare il suo (appunto, gli ho dovuto accendere la luce del gabbiotto).
Abbiamo anche un gatto, che vive con una donna di mezza età, ed hanno lo stesso carattere diffidente, e lo stesso colore grigio. Poi c'è una coppia con una bambina piccola, e i due immancabili vecchietti, che ogni volta che li incontri bisogna parlare di acciacchi e passeggiate. Diciamo che sto cercando di non fargli capire che lavoro faccio, perchè ho l'impressione che poi non potrei più vivere tranquilla.
La famiglia del piano terra, "buongiorno e buonasera", ha il posto macchina vicino al mio e sono quelli che incontro più spesso, assieme ad una donna che accompagna un vecchietto che sta sulla sedia a rotelle, ha il viso grinzoso e non parla affatto. Neanche la donna a dire il vero.
Un uomo e suo figlio, abitano insieme. L'uomo ha dei lunghi baffi, grigiastri e un poco sfumati di giallo, sembra più vecchio della sua età,parla sottovoce e odora di vino più volte si che no, ma possiede quella gentile pacatezza dei vecchi ubriachi, quelli che non sono mai più davvero sbronzi, ma sono piuttosto.. ottenebrati. A differnza di molti altri sorride, quando ci salutiamo. Il figlio lavora ai giardini, guarda le partite la domenica ed usa condividere con tutto il palazzo l'entusiasmo per i goal della sua squadra del cuore; in altre parole manifesta la gioia con possenti grida belluine. Ma prima che lunghi mesi a casa mi permettessero di conoscere un altro pezzo della collezione (il portiere)mi prendeva i pacchi quando arrivavano.
Il fortunale è passato così posso di nuovo contare le gocce e dargli un nome, come agli abitanti del mio palazzo, ma qui naturalmente, taccio.
La pioggia ha su di me il fascino del fuoco.

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