sabato, novembre 15

Addio (?) Eluana


L'argomento è difficile, ma inevitabile, perché la vita è l'unico spettacolo che dovremmo guardare fino in fondo. E quando è finito, si spegne.
Anzi, come diceva qualcuno di inevitabile ci sono solo due cose: la morte, e le tasse.
Senza la tecnologia, Eluana sarebbe morta. è Inevitabile. Non si alimenta, non beve, sembra che non possa nemmeno pensare. Quando lo sapeva fare, o almeno quando si poteva esprimere, ha detto che non avrebbe mai voluto vivere questa non-vita. Era allora una creatura con diritto di scegliere. Magari era giovane, e pensava di avere davanti tutta la vita. E lo ha detto così, per sicurezza, come lo posso dire io (anzi, lo dico!).
MA: se ora ha un anima ed "è presente", come dicono le buone suore, non ha forse diritto ancora? E se allora aveva espresso questo sentire, ed ora non è più in grado di farlo, non dovremmo rispettare il suo attestato (testamento biologico)? Come per i morti?
Quando uno muore e muore davvero, a parte che qualcuno comunque ci prova se si sente defraudato ((o nel legittimo sospetto che la persona in questione non fosse più capace di intendere...altra storia)), in genere le sue "ultime volontà" vengono rispettate.
Mi chiedo: Cosa cambia ora? staccare le macchine non significa solo lasciare che lei viva la sua scelta di vita?
A volte teniamo vicine le persone per il nostro egoismo. Ma credo che nessuno di noi possa pensare che il padre di E., che per tanto tempo si è occupato di lei, sia felice di quello che sta facendo. Se crediamo alla legge karmica, e se lui crede in quella cristiana, possiamo anche pensare che sconterà questa decisione. In questa, o in un'altra vita. Come forse io sconterò questa idea. In un modo o nell'altro. Non so come sarebbe, ma pur con un sentimento di paura (che origina nell'amore per la vita) che sostengo che io non vorrei vivere a quel modo.
Le suore, che credono nella legge del loro Dio, quello che ha un figlio preferito (e tutti noi siamo figli adottivi, mi dissero una volta. Beh, da chi ci ha adottati non me lo hanno spiegato, però), credono che si possa continuare a tenerla così. Lasciatela a noi, dicono.
Ecco. Si potrebbe dire: ma si, perché no. Mi tolgo il pensiero, mi tolgo il problema. Al massimo nell'ipotetico Giudizio finale, farò i conti con l'Abbandono, e non con l'Omicidio (del Consenziente??).
"Mi tolgo il pensiero???". Non credo.

Quello che a me sembra, è che a prezzo della propria anima il padre di questa donna (età biologica 37 anni. però non ha potuto lavorare, uscire, ridere, mangiare, toccare... negli ultimi sedici anni. Età, direi, 21 anni) sta cercando di compiere un atto di pietas.
Si conforma al volere degli dei.
L'uomo cerca di essere ad immagine e somiglianza di Dio. Ma Dio non ci fa vivere per forza; quando l'uomo si prende troppa capacità di sopravvivenza gli manda contro una bella pestilenza (TBC, Peste o Aids, l'effetto serra..) e lo ridimensiona.
L'uomo, insiste nel suo programma di perfetta Identità, continua a credere che essere come Dio significhi esistere in eterno E si pone in questo conflitto eterno.
Crede che essere come Dio significhi vivere per sempre... comunque sia.
"Comunque sia???"
Io dico che costoro, non fidano nella Provvidenza divina.

Non so cosa si prova a stare in un letto, all'apparenza senza pensieri, non poter mangiare la torta, non poter parlare, non poter guardare...
So cosa significa stare a letto senza potersi muovere. So cosa significa essere completamente dipendenti dagli altri. Ma finché una scintilla di vita si manifesta, tutto questo ha senso. Penso a Stephen Hawking. A tanti come lui.
Penso a mio cugino Handiccapato grave. Autistico. Confinato su una sedia a rotelle. Che forse non studia le leggi dell'universo, ma esprime in qualche modo fame, sete, emozioni.
Penso a uno dei miei primi pazienti. Coma apallico. 21 anni. Ma ancora, anche lui in qualche modo si relazionava col mondo. Nessuno avrebbe tolto il suo, di sondino.

So, invece, quello che un mio paziente mi raccontò: quando era in coma, lui vedeva e sentiva. Sapeva cosa accadeva fuori, e non poteva fare niente. Ma il suo elettroencefalogramma non era piatto. E quando hanno potuto staccarlo dall'alimentazione assistita (ecc.) ha ripreso le proprie funzioni. Era un ragazzo, giovane come lo ero io allora, ed è tornato alla vita che noi conosciamo.
Non so cosa prova Eluana. E per non saperne niente, so che non vorrei essere al suo posto. Vorrei esser già andata via. Se non ci fossi più.

La differenza la fa la pietas, che ci potrebbe consentire di staccare la macchina, e se lei non vive, se non reagisce, forse farle una o due fiale di morfina e non farla soffrire, mentre se ne va.
La medicina fa passi da gigante, ma questo problema non lo ha ancora risolto. NON riporta in vita i morti. Non ha ancora creato il mostro di Frankenstein. E non penso certo a Frankenstein Junior.

Menre io mi chiedo se sarei in grado di prendere una decisione del genere, per una persona che amo, la bioetica si chiede e ci chiede di dire no, all'accanimento terapeutico. Quando aveva l'emorragia, a Eluana, l'avrebbero lasciata morire. Ed è sopravvissuta.
Questo potrebbe portare a sostenere la tesi contraria a quella che ho espresso fin qui. La vita prende il sopravvento, anche così?

5 commenti:

Mobu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Lila ha detto...

Grazie, mi farebbe molto piacere.

Mobu ha detto...

Ad Eluana Englaro:

Dove sei?
Non ve traccia
sul tuo volto
dell'anima felice.
Ne sfioro
le pieghe
per avere
una risposta.
Quale principio?
Quale fine?
Poi
si mostra
intenta a guardare il mare.
Ricorda
ma del tempo
solo quello che e'piu' suo.
Sfuggente e' il pensiero
di quello che era.
Voltandosi mi chiede
quanti anni ha:
"Perche' vivo e muoio
ogni giorno".
Non rispondo.
Sediamo
di fronte alle domande
di un Dio silenzioso.

Lila ha detto...

Seduti, si, ma non immoti.
La mano dell'uomo si tende;
cerca di cogliere il frutto.
Sappiamo davvero distinguere
il bene e il male, ora?

Molto bella, grazie per averla condivisa. è questo che fa Al, mentre Mobu mangia?

Mobu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.